Milano in the cage – The movie: arrivano al cinema le Arti Marziali Miste

In questo film ho lasciato parlare e gridare la strada, anche nella scelta di alcuni personaggi che interpretano loro stessi, facendo vivere la vita nella sua interessante imperfezione”.
È la didascalia con cui il cineasta milanese Fabio Bastianello apre Milano in the cage – The movie, lungometraggio che lo riporta al grande schermo dopo il Secondo tempo che, datato 2010, si concretizzò in un pianosequenza di oltre un’ora e quaranta atto a rappresentare la soggettiva di un poliziotto infiltrato in una curva dello stadio Olimpico di Torino per svolgere un’indagine a carico di un gruppo di tifosi.

Presentata in anteprima all’Italian Pavilion del Festival di Cannes 2016 e al Venice Production Bridge della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 2016, questa nuova fatica – prodotta e distribuita da Overall pictures – approderà nelle sale cinematografiche giovedì 25 Maggio 2017.

L’altro Lato di... Alberto
Ricoperto di tatuaggi, ne è protagonista Alberto Lato, il quale non solo riveste anche il ruolo di sceneggiatore al fianco del regista, ma racconta attraverso il film la sua vera storia.
Esperto di arti marziali e combattente di boxe thailandese, lo vediamo immediatamente impegnato ad inseguire un ladro fresco di furto; prima ancora di apprendere che le sue occupazioni professionali spaziano dalla guardia del corpo al buttafuori. E non manca neppure di assumere cocaina; man mano che lo troviamo anche alle prese con una ex moglie interpretata da Antonella Salvucci e dalla quale ha avuto un figlio.
Perché è una sporca e degradata Milano decisamente lontana dalla metropoli tempio delle aziende e del lavoro a cui siamo stati abituati a fare da scenografia alla oltre ora e cinquanta di visione. Una Milano prevalentemente notturna e in cui, tra tossicodipendenti, spacciatori e sesso che viene squallidamente consumato all’interno di un bagno pubblico, si parla addirittura di sostanze stupefacenti ordinabili tramite internet.

La vita in… pugno!
Sebbene a fare da sfondo al tutto, in realtà, sia l’ambiente delle MMA, ovvero le Arti Marziali Miste, curiosamente tirato in ballo, di recente, anche in MMA – Love never dies, diretto da Riccardo Ferrero e con il campione Claudio Del Falco nei panni di un ispettore di polizia, è bene precisare che, se in quel caso avevamo per le mani un action movie tricolore concepito in qualità di omaggio al machismo reaganiano cinematografico risalente agli anni Ottanta, qui, nonostante non risulti assente qualche breve scontro corpo a corpo, siamo dalle parti del dramma esistenziale prevalentemente costruito sui dialoghi e i compromessi legati alla malavita e alla clandestinità.
Dramma esistenziale il cui soggetto di base non può fare a meno di richiamare alla memoria il chiacchieratissimo The wrestler che procurò una candidatura all’Oscar ad un sorprendente Mickey Rourke.
Del resto, con un incontro sul ring (realmente combattuto) nella finale del torneo Milano in the cage posto nel corso degli ultimi minuti di visione ed immancabile sequenza di allenamento proto-Rocky, proprio come nella pellicola a firma di Darren Aronofsky è una vicenda di caduta, progressiva alienazione e desiderio di riscatto quella narrata da Bastianello; il quale, ovviamente, non dimentica neppure d’introdurvi il ricorso ad anabolizzanti.
Con Omar Pedrini che, oltre a collaborare alla colonna sonora, incarna brevemente un vagabondo e il senso di realismo accentuato rispetto a quello della finzione.
Non a caso, l’idea progettuale del regista era quella di realizzare un film che rappresentasse in tutta la sua vera durezza la vita sociale nei bassifondi del capoluogo lombardo e lo spirito della preparazione ai combattimenti più violenti del mondo marziale e della disciplina Mix Martial Arts.