Seminci – 63ª Semana Internacional de Cine de Valladolid. Day 2

Tre film nel secondo giorno di concorso della 63 SEMINCI (Semana Internacional de Cine) di Valladolid: Dogman di Matteo Garrone; The Miseducation of Cameron Post di Desirée Akhavan; Al-Taqareer hawl Sarah wa Saleem di Muayad Alayan.

Quest’ultimo, palestinese nato in Kuwait nel 1985, ha studiato cinema a San Francisco, ed é autore di corti e documentari.The Reports on Sarah and Saleem (Le informazioni su Sarah e Saleem) è il suo secondo lungometraggio. Presentato al Festival di Rotterdam, costituisce una brillante sorpresa che continua a mantenere alto il livello del concorso e la suspence dei primi due film. A Gerusalemme si svolge la relazione sessuale tra Sarah, moglie di un colonnello israeliano, e Saleem, palestinese che lavora per una ditta di consegne. E’ sposato anche lui, e la relazione fila liscia fino a quando Saleem insiste per portare l’amante in un bar di periferia, dove si azzuffa con un giovanotto che vuol ballare con Sarah. E sarebbe finita lì se l’intruso non avesse sporto denuncia. Sospettato di reclutare gente per il terrorismo, Saleem viene sequestrato e interrogato dai militari, che non avendo risposte lo mettono in carcere in attesa di processo.

La tensione, legata alla relazione da mantenere segreta, assume aspetto drammatico quando gli chiedono il nome della compagna. Lui non parla; i palestinesi affiggono manifesti che ne fanno un eroe della repressione israeliana; l’amante mente per salvare il suo status. Soltanto la moglie di Saleem, che non aveva mai nutrito alcun sospetto e che é in attesa di un figlio, comincia a indagare, mentre i servizi segreti informano il colonnello che sua moglie potrebbe aver passato informazioni al palestinese, ma lui, in odore di promozione, non da peso alla faccenda. Il film mette in scena il gioco delle parti dove nessuno vuol perdere e gioca le proprie carte fino all’emergere dell’evidenza che costringe tutti ad assumersi le proprie responsabilitá. Prodotto da Palestina, Germania, Messico e Olanda, il film dura 127 minuti e assume i toni del thriller per mostrare le due facce della sicurezza israeliana.  

Di repressione si parla anche in La diseducazione di Cameron Post di Desirée Akhavan, newyorkese figlia di emigrati iraniani, che ha preso spunto dal romanzo omonimo di Emily M. Danforth. Giá regista del film di successo Appropriate Behavior su una donna bisessuale che lei stessa interpretó, narra di due adolescenti che vengono sorprese durante un’effusione amorosa dal fidanzato di una di loro. Senza importanza per i genitori di una delle due, il fatto risulta inammissibile per quelli della sedicenne Cameron che decidono di internare in un centro di rieducazione. Isolato nella campagna, il luogo accoglie giovani dalla complessa identitá sessuale e in maggioranza ragazze considerate sessualmente deviate. Alloggiate in camere a due letti, a volte trasgrediscono il motivo per il quale sono state internate, ma sorvegliate dalla direttrice e dal suo aiutante, sono costrette a fare autocritica in pubblico. Cameron ha un carattere forte, e sopravvive facilmente, ma c’é chi va in crisi e commette atti estremi che fanno vacillare l’organizzazione. Essendo il centro poco distante dal confine canadese, qualcuno pensa alla fuga. Il film dura novanta minuti e ha il pregio di mostrare l’inutilitá, e la pericolositá, di centri che in nome di vecchie tradizioni sociali e religiose tendono a deviare percorsi naturali e personali di giovani in formazione, tuttavia non dice niente di nuovo su una situazione in evoluzione. Chloé Grace Moretz da volto alla protagonista.

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