Ultime riflessioni e premiazione alla 62ª Semana Internacional de Cine de Valladolid - Seminci

Ultimi due film in concorso alla 62ª Seminci  giá visti al Festival di Venezia: Sweet Country dell’australiano Warwick Thornton, Foxtrot dell’israeliano Samuel Maoz. Nella sezione Punto de encuentro un film triste, pieno di speranza: Never steady, never still (Mai sicura, mai tranquilla) della canadese Kathleen Hepburn, primo lungometraggio elaborato su un corto dello stesso titolo, premiato nel 2015. Parla della malattia di Parkinson. Ne è affetta Judy, madre di due giovanotti, la quale vive lontano dalla cittá in una casa in mezzo alla neve. Un infarto le porta via il marito. Il figlio piú grande si è sistemato in città, l’altro, diciannovenne, va a lavorare su una piattaforma petrolífera. Interpretato dall’attrice scozzese Shirley Henderson, il film illustra le difficoltá e i pericoli che la donna affronta giorno per giorno, le sedute di ginnastica e le vicende sentimentali del figlio minore. Narrato in 110 minuti, il film mette a fuoco il dramma di Judy, in paesaggi spesso desolati, ma senza insistere sulla malattia, che resta l’elemento dominante di una storia piú vasta che abbraccia la comunitá e il paese.

  Un film giá uscito in Italia, Sage femme di Martin Provost, ma in línea con la 62ª edizione del Festival che ha presentato il 50% di film al femminile, ha chiuso la Seminci dopo l’assegnazione dei premi. E cominciamo con la sezione ufficiale.

The Nile Hilton Incident di Tarek Saleh ha vinto la Spiga d’oro, il Premio Ribera del Duero per la migliore regia, e il Premio Miguel Delibes per la migliore sceneggiatura.

The Rider di Chloé Zhao ha vinto la Spiga d’argento, il premio al miglior attore, Brady Jandreau, e il Premio Pilar Miró alla migliore opera prima.

Human Flow di Ai Weiwei ha ottenuto il premio speciale della giuria.

Laetitia Dosch, protagonista di Jeune femme di Léonor Serraille, ha vinto il premio di interpretazione femminile, ex-aequo con la polacca Agnieszka Mandat-Grabka, protagonista di Pokot  di Agnieszka Holland.

Agnes Pákózdi ha vinto il premio per la migliore fotografía del film Me mzis Skivi var Dedamicaze (Sono un raggio di sole in terra) della georgiana Elena Naveriani.

Spiga d’oro al miglior corto a Negah (La vista) dell’iraniana Farnoosh Samadi. Spiga d’argento a A drowning Man (Un uomo affoga) di Atef Alshafei. Premio EFA a Kapitalistis di Pablo Muñoz Gomez.

Il premio FIPRESCI della critica internazionale è andato a Daha Onur Saylak.

Nella sezione Punto de Encuentro ha vinto il lungometraggio ceco Spina  (Disgusto) di Tereza Nvotová, e il corto British by the Grace of God (Britannico per grazia di Dio) di Sean Dunn.

Nella sezione Tiempo de Historia ha vinto La libertad del diablo (La veritá del diablo) del messicano Everardo González.

Nella sezione DOC. España ha vinto Verabredung (Appuntamento) di Maider Oleaga.

Quattro i premi del pubblico:

Sezione ufficiale: L’insulte di Ziad Doueri

Punto de Encuentro: As duas Irenes di Fabio Meira.

Premio de la Juventud:

Sezione ufficiale: Daha di Onur Saylak

Punto de Encuentro: Aala kaf ifrit (La bella e il branco) di Kaouther Ben Hania.

 

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