Cinema Novo: Nuovo cinema oltre il Paradiso

Quando il popolo oppresso delle favelas prese «una telecamera nella mano e un'idea nella testa» nacque il Cinema Novo brasiliano. Ebbe vita breve, ma nella sua fulminea esistenza prima di quel fatidico 1964 viaggiò a una velocità che ancora toglie il fiato. Molti non lo conoscono, altri ne hanno solo sentito parlare per sommi capi: Cinema Novo non è il bignami per chi pecca d’ignoranza verso questa nouvelle vague tropicale. Quindi, dimenticate ogni intento pedagogico, o voi che vi apprestate alla visione.

Leon Hirszman, Paulo César Saraceni, Joaquin Pedro de Andrade, Nelson Pereira dos Santos, Ruy Guerra, Luiz Carlos Barreto, Leon Hirszman sono alcuni dei registi che diedero vita a un cinema delirante, dominato dalla cosiddetta “estetica della fame”. Fu uno dei padri fondatori del Movimento - quel Glauber Rocha che diresse Deus e o Diablo na Terra do Sol - a definire così tale estetica della violenza e della miseria contrapposta alla strada del cinema borghese, spinto unicamente dal desiderio di soddisfare i sordidi bisogni di una cultura consumistica. Nessuno di loro avrebbe mai accettato di dirigere un film all’interno dei teatri di posa: molto meglio la realtà per quanto ibrida e imperfetta potesse essere. L’esempio del neorealismo di Roberto Rossellini era ancora davanti agli occhi, ben vivido nella loro memoria. Lo stesso dicasi del cinema sovietico degli anni Venti.

Il quarantenne Eryk Rocha (figlio di Glauber e della cineasta Paula Gaitàn) rende omaggio all’arte dei suoi maestri ispiratori con un documentario vincitore del premio L’Oeil D’Or alla 69esima edizione del Festival di Cannes. In Italia, l’opera esce a distanza di due anni dalla sua presentazione ufficiale avvenuta nel 2016.

Cinema Novo strega il cinefilo con la sua miscela d’immagini tratte dalle pellicole di un gruppo d’intellettuali, di artisti e di uomini uniti da una sincera e profonda amicizia. Il documentario non ha l’assoluta pretesa di rispondere a tutte le domande non formulate del pubblico e, quando presenta le interviste originali dell’epoca, lo fa senza ulteriori cerimonie o epiteti vari. Soltanto nome e cognome di chi parla e nient’altro. L’opera di Rocha è un percorso estremo dentro un cinema di ieri che ancora oggi riesce a sconfinare con intelligenza e coraggio oltre il muro di benessere dell’Occidente capitalista.