Coco, quando grazie a Disney-Pixar il regno dei morti si tinge di colori e allegria

Con il Natale già alle porte, poteva mancare sul grande schermo un film targato Disney? Certo che no! E allora, per la gioia dei piccini, ma anche dei più grandi, i maghi della Pixar illuminano gli ultimi giorni di dicembre con un nuovo imperdibile capolavoro: Coco. John Lasseter (direttore creativo dei Walt Disney Animation Studios e della Pixar) e i suoi formidabili collaboratori - tra cui il regista Lee Unkrich - questa volta hanno messo gli occhi su una delle più belle tradizioni messicane, il ‘dia de los muertos’, ovvero il giorno in cui i defunti ritornano a trovare parenti e amici. Sì, perché se in Italia il 2 novembre è una data carica di tristezza dedicata alla commemorazione dei morti, in quel Paese latinoamericano se ne celebra invece la vita: altarini colmi di foto, feste, banchetti e tanta allegria per ricordare i propri cari scomparsi.

Coco racconta la storia di Miguel Rivera, un bambino di 12 anni che, nonostante la disapprovazione dell’intera famiglia, è determinato ad inseguire il sogno di diventare musicista, come il suo idolo Ernesto de la Cruz. Ma a causa di un sortilegio, durante il dia de los muertos il ragazzino si ritroverà catapultato proprio nel regno dei morti...

I geni dell’animazione pixeriana, avendo qui dato sfogo a tutta la loro più fervida creatività, sono riusciti a rappresentare non soltanto la vera cultura messicana senza inciampare su facili stereotipi, ma anche a realizzare un film a doppio registro di lettura: è divertente o triste?; si piange o si ride? Entrambe le cose. In una coloratissima città popolata da creature fantastiche dove fluorescenti scheletri danzanti, gare canore tra mariachi, ponti sospesi in aria formati da fiori e personaggi illustri - come ad esempio Frida Kahlo - fanno da contraltare alle tante anime tristi dimenticate dai propri familiari e destinate quindi al perenne oblio, gli spettatori si interrogheranno sull’importanza del ricordo: fino a quando resterà impresso nei nostri pensieri, nessuno sarà mai davvero morto. Commovente, emozionante e al tempo stesso divertente, il lavoro di Unkrich, coadiuvato alla regia da Adrian Molina, è un inno alla famiglia, all’infanzia, all’amore, alla forza dei sogni e al potere della memoria.

L’atmosfera che si respira in Coco è magnificamente messicana, dalle abitazioni alle strade, dal cibo alla musica, dai volti alla gioia di vivere è tutto un tripudio di ‘Viva el Mexico’, e sebbene l’idea del progetto Disney-Pixar sia anteriore alle ultime elezioni presidenziali americane, è impossibile non scorgervi una fantastica risposta alle politiche di chiusura imposte ultimamente da Donald Trump. Ecco, dopo aver ammirato questo splendido film d’animazione di fine anno, il pubblico adulto uscirà dalla sala sia con una percezione rincuorata su ciò che possa attenderlo nell’aldilà, che con una gran voglia di andare a visitare quella nazione piena di colori e buonumore: altro che erigere muri! E se per nonni, genitori, zii e accompagnatori maggiorenni, assistere alla proiezione di Coco sarà un momento di profonda riflessione e di ottimo svago, per i bambini non potrà che trasformarsi in due ore di favolosa magia. Tecnicamente perfetto e con una cura minuziosa ai dettagli (Unkrich e il suo staff si sono recati in Messico numerose volte per comprenderne appieno usi e costumi), il lungometraggio dei registi statunitensi è inoltre l'evidente dimostrazione dell'altissimo livello raggiunto dall’arte dell’animazione in computer grafica.

Il dia de los muertos è stato riconosciuto dall’UNESCO come ‘Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità’, e noi siamo grati alla Disney-Pixar per averlo narrato in modo così toccante... e adatto a ogni genere di spettatore, indipendentemente dall’età.