Don't look up: una satira incredibilmente centrata e disturbante sulla società d'oggi

In uscita in alcune sale selezionate l'8 dicembre 2021 e dal 24 disponibile su Netflix, Don't look up è una satira tanto centrata quanto divertente, ma anche disturbante, sulla società odierna. Rimandata a causa dello scoppio della pandemia, la produzione ha finalmente dato i natali a quello che è uno dei titoli più attesi della stagione. Un po' per le polemiche sulla differenza di compenso tra i due protagonisti, un po' per la portata del progetto, tra cast artistico e tecnico. 

Dopo la brillante e apprezzata prova de La grande scommessa, Adam McKay torna sulla scena e lascia di nuovo il segno. Il cineasta statunitense scrive e dirige un'opera potente, visivamente e narrativamente.

Kate Dibiaski (Jennifer Lawrence) è una dottoranda della Michigan State University. Piercing al naso e carattere solitario, alla giovane spetta una scoperta incredibile: una cometa che punta verso la Terra e che prenderà il suo nome. I problemi sorgono nel momento in cui viene fuori che si tratta invece di un meteorite e che l'impatto con il nostro pianeta provocherà l'estinzione di massa. Randall Mindy (Leonardo DiCaprio), responsabile di Kate, contatta l'ente per la difesa planetaria e, in accordo con il dottor “Teddy” Oglethorpe (Rob Morgan), decide di informare la Casa Bianca. Peccato che, dalla Sala Ovale agli studi del più importante programma televisivo, nessuno prenda sul serio la notizia, costringendo i tre a cercare vie traverse con cui allertare l'intera popolazione. 

Quello che si preannuncia come un racconto tra i più comuni, diventa ben presto un compendio di surrealtà e megalomania. Le vicende di Randall e Kate mettono in evidenza un'umanità ormai completamente contaminata: dai Social, dall'egocentrismo, dalla superficialità, dall'incompetenza. Il sistema e le sue fondamenta appaiono talmente marci che quasi viene voglia di far affondare tutto. A che scopo salvare e preservare un simile scempio? Il sacrificio ne varrebbe davvero la pena? Nel corso delle oltre due ore di durata, sono queste le domande che di tanto in tanto balenano nella testa dello spettatore, al tempo stesso divertito e spaventato da ciò che accade sullo schermo. 

I personaggi, alquanto barocchi ed eccentrici, testimoniano lo sfacelo in cui versa la nostra società. A partire dall'uomo (o, in questo caso, la donna) più influente del mondo, il Presidente degli Stati Uniti d'America, in pochi ne escono puliti. Lo stesso Mindy viene risucchiato, inglobato, perso dentro un circo di proporzioni incalcolabili. La futilità regna sovrana, a fare notizia sono scandali e gossip, inseguire (e dire) la verità costituisce reato.

Attraverso il filtro della commedia, di cui sfrutta ritmo, colori e toni (almeno sino a un certo punto), Don't look up immortala  uno spaccato terrificante e destabilizzante, del quale tutti fanno parte ma quasi nessuno sembra accorgersi e preoccuparsi. Nel bel mezzo dell'apocalisse però, trova spazio un pizzico di speranza: i legami tra Kate, Randall, Teddy e chi gravita loro intorno – tra cui la moglie di Randall (interpretata da Melanie Lynskey) e il nuovo ragazzo di Kate (Timothée Chaamet) – vanno a formare una sorta di famiglia alternativa, un piccolo nucleo dove poter essere se stessi, aspettando la fine del mondo.

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