Equals

Presentato a Venezia nel 2015 e giunto con quasi un anno di ritardo nelle sale italiane il 4 agosto 2016, nonostante la doppia presentazione ufficiale Venezia-Toronto e la candidatura al Leone d’Oro, questo distopico-dispotico incubo futuribile in cui si condannano, letteralmente, a morte lenta coloro che hanno l’ardire di provare emozioni…è un degno parente stretto del notevole The Lobster, sebbene in versione più rarefatta, scandinava, sincopata e glamour.

Gli abitanti di questo misterioso e gelido mondo del futuro sono (quasi tutti) giovani, bellissimi e privi di emozioni ma la natura umana tende ad avere il sopravvento sui condizionamenti (come ben sanno i vulcaniani) ed un numero crescente di loro inizia a soffrire di una sindrome per la quale non esiste cura, emblematicamente definita S.O.S. (Dove tutti sono mostri, l’umano è il mostro! Io sono leggenda, il meraviglioso romanzo di Richard Matheson non l’orrido film, docet).

Equals è una di quelle opere perfette per chi ama i Sigur Rós o Björk…film ideale per una serata davanti al camino in pieno inverno, rarefatto ed inquietante ma a tratti struggente, proprio come la loro musica. Sarà per questa ragione…che è stato fatto uscire in pieno agosto, con 30C anche di notte!
Evidente problema di slot liberi solo d’estate per i film che non garantiscono un ritorno certo al botteghino (ovvero tutti quelli che meritano) nonostante il nome di richiamo della protagonista femminile, Kristen Stewart che si è (thank, God!) lasciata finalmente alle spalle l’abominevole Twilight e ci regala un’interpretazione di tutto rispetto, probabilmente la migliore della sua carriera sino ad oggi. Ottima prova, tra l’altro anche per il protagonista maschile, il bellissimo ragazzo prodigio Nicholas Hoult (era il fantastico bimbo british nerd di About a Boy), già ben 20 anni di carriera da star alle spalle nonostante abbia solo 27 anni!

Effetti speciali: zero…ed è bello così. Un evidente impianto teatrale rafforzato da scenografie splendide.
Davvero affascinante lo studio d’architetto hi-tech ove i giovani virgulti privati (poco dopo la nascita. Brrr…) delle proprie emozioni costruiscono il futuro…per altri come loro…che non possiederanno la sensibilità per apprezzarlo. E l’eco di capolavori come 1984 e Brave New World è celato dietro ad ogni fotogramma.

Menzione speciale per la struggente riscoperta di sé attraverso i piccoli gesti, gli sguardi, abbracci che sembrano durare per sempre…e per i primi piani del volto della bravissima attrice australiana di teatro, cinema e tv Jacki Weaver, candidata all’Oscar come Miglior Attrice non Protagonista sia per Animal Kingdom (2010) che per Il lato positivo – Silver Linings Playbook (2012) personaggio chiave dell’intera vicenda ed abilissima veterana (70 anni nel 2017), capace di trasmettere tutto con un solo sguardo.

Per il messaggio, per la realizzazione, per la musica, per le abili interpretazioni...un film da non perdere.