Festa del Cinema di Roma: Soderbergh dirige con mano sicura un super cast nella parabola di riscatto dei fratelli ‘Logan Lucky’

Country roads, take me home to the place I belong, West Virginia” (strade di campagna riportatemi a casa al luogo a cui appartengo, Ovest Virginia). Sono le parole della celebre canzone cantata da John Denver, a elogio della sua West Virgina e in un brano incentrato sulla nostalgia e sull’affetto legati ai propri luoghi, ai propri cari, ai mondi a cui si tende sempre e  naturalmente a fare ritorno. Steven Soderbergh (una lunga filmografia alle spalle che include tra gli altri i cult Sesso, bugie e videotape, Erin Brokovich e i vari Ocean’s) riparte da questa ballata melanconica per realizzare Logan Lucky (presentato alla festa del Cinema di Roma 2017), forse uno dei suoi film recenti più riusciti.

Cucito sulla brillante sceneggiatura di Rebecca Blunt (identità avvolta in una nube di mistero, trattasi probabilmente di uno pseudonimo), e addosso a un super cast di attori in forma e  tutti assolutamente in parte (Adam Driver, Channing Tatum, Sebastian Stan, Daniel Craig, Riley Keough, Katherine Waterston, Katie Holmes, Seth MacFarlane, Hilary Swank, David Denman, Jim O'Heir, Macon Blair) Soderbergh percorre le stesse strade polverose della Virginia di Denver per narrare la storia di due fratelli ‘maledetti’ (i Logan, da sempre afflitti da una sorta di maledizione, o più semplicemente sfiga) decisi a riscattarsi attraverso un colpo magistrale, una rapina alla Charlotte Motor Speedway. Un colpo meditato non solo per risollevare le sorti finanziare della famiglia ma anche per affrancarsi in qualche modo da quella malasorte che li ha colpiti sempre troppo da vicino lasciando senza una mano l’eroe di guerra Clyde (Adam Driver) e con una gamba malconcia l’ex quarter back di talento Jimmy (Channing Tatum). Grazie all’aiuto della sexy sorella Melly e con il supporto dell’esperto in esplosivi Joe Bang (Daniel Craig)i due fratelli tenteranno dunque il colpaccio della vita, quello che possa finalmente riportare il loro nome sotto una buona stella (Logan Lucky, appunto).

Opera assolutamente godibile grazie al ritmo trascinante e a una rosa di protagonisti accattivanti e ben caratterizzati Logan Lucky scioglie i suoi nodi e i suoi ‘sentimenti’ nelle due ore di avventure e disavventure rocambolesche, alternate al guizzo di una manciata di antieroi per eccellenza - poco fortunati ma di contro assai audaci - determinati (infine) a vincere il testa a testa con la sfortuna e lo scontro con i ‘poteri forti’. Channing Tatum convince nei panni dimessi e teneri di Jimmy Logan, padre affettuoso e accorto piegato dal fardello di non poter dare alla figlia tutto ciò che vorrebbe. Insieme a lui a chiudere il trio dei Logan, il più taciturno fratello Clyde e la sexy Melly, ragazza pragmatica e sempre piena di risorse.

Tra azione e nostalgico intimismo il film di Soderbergh regge il volante della narrazione, procedendo in quinta e senza incertezze, e alternando il mero ritmo audiovisivo a una riflessione più profonda su quelle vite cui il destino sembra riservare sempre (e sin dall’inizio) un conto troppo salato. Azione e sentimento vanno quindi in qualche modo a braccetto, consumando l’adrenalina del film poco alla volta, tra accelerazioni e imprevisti, per sciogliere infine la maledizione e le avventure della scatenata combriccola negli occhi lucidi di una bambina che canta per il padre, e nello sforzo compiuto dal Jimmy Logan di Tatum per arginare avidità e bottino, e riportare in auge tanto l’audacia quanto il cuore. D’altronde, si sa, la fortuna aiuta gli audaci!