La mummia: il primo capitolo del Dark Universe

Universal Dark Universe!
Stampiamoci in mente questo nuovo “mondo” o pantheon se vogliamo, che ha anche un logo dedicato.
La Universal ha perso la gallina dalle uova d’oro, ovvero i supereroi che la Disney ha avocato a sè, e a differenza della Warner non ha una sua casa di fumetti (la DC), quindi come fare a sfruttare questa immensa fonte di guadagno?
Ecco l’idea, sfruttare i mostri di cui detengono i diritti, roba forte: Dracula, Frankenstein, l’Umo Lupo, il Mostro della Laguna Nera, l’Uomo Invisibile, il Dr. Jekyll e, ovviamente, la Mummia!
 
Si parte quindi con quest’ultima, che tanta gioia diede nel 1999 ai contabili della Universal, in una versione attualizzata.
Londra, oggi. La mummia è in realtà la figlia del faraone che si è macchiata di delitti inenarrabili e ha stretto un patto con la magia nera. Una donna quindi.
A fermarla un gruppo di uomini votati a proteggerci dal male e capitanati nientepopodimenoche dal Dr. Jekyll.
In tutto questo si colloca l’uomo qualunque, l’ordinary per eccellenza, lui… magic sorriso… Tom semprebuono Cruise. Un ex operativo dell’esercito, divenuto una sorta di zombie a causa di un’antica maledizione egizia della stessa Mummia.
 
La storia, ma in realtà il più ampio progetto, è orchestrata da un team di tutto rispetto, gente che ha messo mano a Transformers, Mission Impossible e Jack Reacher (quello bello): Alex Kurtzman (qui anche regista), David Koepp e Christopher McQuarrie a cui si affiancano Jenny Lumet (la figlia del grande Sidney) e Jon Spaihts.
Per dare peso al tutto un cast di spessore: Tom Cruise e Russel Crowe a vestire i panni dei personaggi principali e la Boutella –ormai lanciatissima- quelli della Mummia.
Gli altri nomi che circolano nel Dark Universe sono Javier Bardem per Frankenstein (la creatura) e Johnny Depp come Uomo Invisibile.
Che dire… gli incassi della Mummia saranno chiave per decidere il destino del tutto.
 
In quest’ottica il film certamente opera la grande rivoluzione di attualizzare tutto e di presentare grandi effetti con un’atmosfera decisamente più dark dei suoi predecessori.
Qui si respira un’aria di oltretomba, un’atmosfera decisamente più horror, ma senza eccessi che potrebbero tagliare una fetta di giovane pubblico.
Di contro manca l’afflato epico della Mummia classica, il senso di avventura alla Indiana Jones, che fu la sua fortuna e un certo ritmo che fa ondeggiare il film con delle fasi decisamente meno coinvolgenti.
Il Tom Cruise a tutto tondo ruba la scena alla Mummia, ma alla fine è questo che si vuole, rivelando tratti da vero super eroe, più che da “uomo maledetto”.
 
Se le sorti del franchise sono tutte in mano a questo primo capitolo, resta il lecito dubbio sulla sua effettiva efficacia. I “primi film” scontano spesso un pesante tributo di presentazione. La Mummia in parte paga pegno, ma riesce comunque ad essere interessante.