Puffetta come non l'avete mai vista ne "I Puffi - Viaggio nella foresta segreta"

Davvero sorprendente il nuovo lavoro animato di casa Sony, con protagonisti gli intramontabili omini blu creati da Peyo nel lontano 1958 e divenuti noti in Italia fin dai primi anni '80.

Dopo due sfavillanti film che mescolavano animazione digitale e live action, i Puffi tornano alle origini con un'animazione in alta definizione che ricalca le antiche fattezze dei piccoli abitanti della foresta. Tornano Grande Puffo e Quattrocchi, Forzuto e Tontolone, Gargamella e Birba e torna lei, l'unica femmina del villaggio, creata dal perfido mago come creatura feroce per essere poi trasformata “in un puffo che puffa bontà”, come cantava Cristina D'Avena nei lontani anni '80.

Questa terza avventura che la regista Kelly Asbury ha portato con vivacità sul grande schermo, si concentra proprio sulle origini di Puffetta e su un villaggio nascosto in cui vivono, udite udite, altri Puffi. La bionda abitante del villaggio di funghi e i suoi inseparabili compagni di viaggio saranno gli unici in grado di attraversare la foresta proibita per trovare la tribù di loro simili e salvarli dalle grinfie di Gargamella.

Coloratissimo, spumeggiante, avventuroso, divertente: I Puffi: Viaggio nella foresta segreta non delude le aspettative e l'esplosione di colori, la frenesia della narrazione e i consueti, sani valori di cui si fanno portatrici le buffe creature blu, catturano l'attenzione dalla prima all'ultima inquadratura, trascinando grandi e piccoli nel vortice di una nuova, entusiasmante impresa.

Occasione per spiegare la vera essenza di Puffetta e non solo: la cantante italiana Cristina D'Avena, mito dell'immaginario collettivo della generazione di fine anni '70, inizi anni '80, ha infatti realizzato un nuovo brano orecchiabile e decisamente dance, inserito sui titoli di coda, a chiudere un cerchio sviluppatosi oltre trent'anni or sono con l'indimenticabile Noi Puffi siam così. L'omonima canzone è solo una delle novità riguardanti la cantante bolognese che per l'occasione, infatti, ha anche doppiato un personaggio mai apparso prima nella saga.

Lasciate le redini della regia alla collega Kelly Asbury, Raja Gosnell, regista dei precedenti film sui Puffi, torna alla carica in veste di produttore e ci vede lungo: il desiderio di tornare alle origini degli omini blu – Gargamella in particolare ricalca proprio le fattezze del mago apparso in tv quasi quarant'anni fa – e l'animazione in CG, unite al sottile umorismo di certe battute e alle gag che si rifanno ai grandi comici della storia del cinema, primi fra tutti Charlie Chaplin e Buster Keaton, fanno di I Puffi: Viaggio nella foresta segreta un gioiello di animazione che diverte e intrattiene come sanno fare le migliori produzioni hollywoodiane e sì, ai più sensibili o nostalgici che dir si voglia, regala anche la lacrimuccia finale. Del resto, la stessa figlio di Peyo, Veronique Culliford, nel vedere l'opera del character designer Patrick Maté, si è commossa perché ha ritrovato nei disegni l'essenza dell'opera di suo padre. Segno che il lavoro è stato fatto egregiamente, rispettando ciò che ha preso vita quasi sessant'anni fa e che, ancora oggi, continua a far parte della quotidianità di tutti noi, genitori e non.

Adorabile la coccinella dalle doti elettroniche – funge da cellulare e stampante – e dai buffi occhietti a palla, comici, come sempre, i due combinaguai per eccellenza ovvero Gargamella e Birba, entusiasmante il rigoglioso mondo della foresta proibita, con draghi-libellula sputafuoco, fiori colorati che sbaciucchiano con passione chiunque gli capiti a tiro o che, al contrario, mollano sonori pugni ai poveri malcapitati che gli passano troppo vicino e conigli fluorescenti. Un mondo magico e brillante che ammalia puffi e spettatori.

Un vero e proprio inno al lavoro di squadra e alla lealtà che da sempre contraddistingue i piccoli personaggi creati dal fumettista belga: sempre pronti a cercare pace e armonia, i Puffi vi trascineranno in una nuova, strabiliante avventura con i loro frenetici balli al ritmo di I'm blue degli Eiffel 65. Da non perdere. Sia che i vostri figli siano dei neofiti, sia che voi nostalgici abbiate voglia di rituffarvi nella vostra infanzia.