Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli

Prendete un supereroe (nel suo caso già una parola MOLTO grossa) praticamente dimenticato e abbastanza ridicolo, creato dalla Marvel negli anni 70 sull'onda del grande successo delle arti marziali. A differenza di Iron Fist non ha beneficiato del tocco magico e rivitalizzante di Byrne, quindi dopo averlo avvicinato a Ken il Guerriero (tocca i punti di pressione) e fornito di bracciali potenziati ideati da Stark se lo sono dimenticato un po' tutti.

Ma ora cosa è cambiato? Il mercato cinese è diventato una vera mecca e avere un eroe cinese esperto di arti marziali su cui costruire una leggenda è perfetto. Così la marvel si allunga gli occhi, scrittura un cast mandarino (non l'agrume), e reinventa il personaggio.
Per farla bene decide pure di dare un colpo di spugna agli anelli del Mandarino (villain di Iron Man), tanto ormai l'aveva sepolto Sir Ben Kingsley, e farli diventare dei bracciali alieni superpotenti che donano anche l'immortalità (!).

Quindi Shang Chi vive in america sotto mentite spoglie. Il padre è un millenario che guida una setta stile La Mano che ha influenza la politica mondiale nel tempo (qui stiracchiamo parecchio). La madre è membro di una civiltà perduta che vive in un luogo dall'accesso segreto.
Shang fa finta di essere un normale adolescente americano, ma quando gli sgherri del padre turbano la sua finta quiete deve rivelare le sue abilità.
Ha un ciondolo che ne identifica il retaggio (perfetto stile orientale).
Ha una sorella a Macao che mena come lui e un'amica che fa la spalla comica -no non siamo in un film di Jackie Chan-.
Esiste una sorta di demone che vuole divorare tutte le anime del mondo e, indovina un po', lo dovrà fermare.

Tutto questo viene gestito dal regista Cretton, a cavallo tra un film Marvel e un Wuxia. Coreografia curatissime, combattimenti supercomplessi con gente che sa veramente menare e... rallenty -no non siamo in un film di Zack Snyder- con primi piani plastici secondo il canone orientale.

L'umorismo funziona abbastanza, la storia pure, se tralasciamo il lungo epilogo quasi interminabile. Ci sono tutti i canoni del cinema orientale come l sacrificio, la morte, l'onore.
C'è anche un combattimento su un ponteggio di bambù no non siamo in un film di Jackie Chan, s'era detto.

Un film diverso dai cloni Marvel, in un'ottica diversa e decisamente meglio di Black Widow. Ovviamente doppio finale necessario a creare la nuova continuity.

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