Siano benedetti Carlo Verdone e la sua "follia"

Carlo Verdone è una garanzia: di risate, divertimento, leggerezza e lieti fini che rimettono in pace col mondo.

Giunto al suo ventiseiesimo film da regista, l'attore romano ha reso omaggio, ancora una volta, all'universo femminile con cui tanta fortuna ha avuto negli anni passati grazie a commedie come Maledetto il giorno che t'ho incontrato, Io e mia sorella o Sono pazzo di Iris Blond, per citarne alcuni. E come partner d'eccezione ha voluto la giovane Ilenia Pastorelli, reduce del successo ottenuto con Lo chiamavano Jeeg Robot, per il quale si era aggiudicata il David come Migliore attrice protagonista, e la bella Maria Pia Calzone che, smessi i panni di Immacolata Savastano della fortunata serie tv Gomorra, interpreta qui un'infermiera dolce e pacata, sorta di faro nel buio degli incontri con una serie di donne improbabili.

La storia è infatti quella di Guglielmo, uomo di mezza età che lavora nel negozio di famiglia occupandosi di abiti religiosi ed arte sacra, che nel giorno del suo 25esimo anniversario di matrimonio, viene brutalmente mollato dalla moglie, Lucrezia Lante Della Rovere. Alla ricerca di una nuova commessa per il negozio, il destino gli piazza davanti niente po' po' di meno che una giovane esuberante e dal marcato accento romanesco – la Pastorelli, alias Luna – che, decisa a dare una svolta alla vita del suo datore di lavoro, lo iscrive ad un sito per incontri. Tutti da ridere ovviamente. Complice anche la presenza di Paola Minaccioni ed Elisa Di Eusanio, protagoniste, la seconda soprattutto, di alcune tra le scene più esilaranti del film.

Il nuovo lavoro di Verdone è nuovo in tutti i sensi: non solo per la scelta della co-protagonista che questa volta è ben più giovane mentre di solito è coetanea dell'attore e regista, ma anche per il team di sceneggiatori cui è stato affidato il film, o meglio, che hanno proposto l'idea a Verdone.

Nicola Guaglianone e Menotti infatti, reduci anche loro del successo di Lo chiamavano Jeeg Robot, hanno incontrato Carlo Verdone proponendogli un soggetto di poche righe che è stato subito apprezzato e sviluppato. E che vanta un'ulteriore novità ovvero una sequenza onirica che per luci, movenze e musica ricorda i Daft Punk e la cui coreografia è stata realizzata dall'acclamato Luca Tommassini.

E che dire delle autocitazioni? Dalla sequenza iniziale con Verdone in sella a una moto, con tanto di bandana come in Troppo Forte, fino alla inconfondibile pronuncia dell'aggettivo “Strana” riferito alla prima donna che incontra, il quale rimanda all'indimenticabile coppia Ivano e Jessica di Viaggi di nozze, sembra proprio che Guaglianone in primis, che ha dichiarato di conoscere a memoria tutti i film di Verdone, abbia realizzato il suo sogno. Del resto, è quasi catartico ritrovare in ogni film la gestualità e la mimica facciale di Carlo o il suo stupito “ma che davero?”.

Un'ulteriore innovazione risiede nella scena comico-spinta del terzo incontro del malcapitato Guglielmo con una virago dedita a strani giochetti sessuali. Tutte queste novità, come ha spiegato lo sceneggiatore, derivano dalla consapevolezza che, in 40 anni di carriera, il regista e attore ha già detto, scritto e fatto tutto, intrattenendo tre generazioni di spettatori.

Il risultato è sì qualcosa di nuovo che mantiene però le caratteristiche del Verdone che tutti amiamo, merito anche dell'aura di leggerezza che permea tutta la pellicola: “volevo fare un film sulla serenità perché tutti ne abbiamo bisogno: volevo un abbraccio finale tra i protagonisti ma anche al pubblico” ha spiegato infatti il regista che anche questa volta, con la bellissima scena finale, ha omaggiato la sua Roma, in versione notturna e illuminata, a rendere la serata dei due innamorati ancora più incantata. Facendosi poi scappare una frecciatina: “Mi auguro che un giorno Roma possa tornare ad essere come l'ho rappresentata io”.

Divertente, rasserenante, dotato della base solida e incrollabile di cui tutte le commedie di Verdone sono corredate. Uno svolazzo stilistico qua, una vicenda un po' tortuosa là ma il risultato è garantito e le risate a crepapelle anche.