Soldado: Sollima fuori porta

Sicario era stata una bella sorpresa, ma questo secondo episodio, passato dal franco canadese Villeneuve all’italianissimo Sollima, lo è di più, proprio in quanto sequel.
L’escalation della guerra ai cartelli messicani, rei –parrebbe- di infiltrare anche potenziali terroristi islamici, è all’origine dell’inasprimento dell’atteggiamento USA verso gli ispanici vicini.
Si decide così di calcare la mano, considerando i messicani non più come spacciatori, ma come terroristi ed applicando a loro il codice d’ingaggio, decisamente più “ampio”, previsto dal Governo.
Ma, come già Jack Ryan ci aveva insegnato benissimo in Sotto il Segno del Pericolo, i politici americani tendono a farsela nei pantaloni con una certa facilità, un po’ come il prode Galeazzo Musolesi di bonviana memoria, e a rinnegare in fretta le loro decisioni.

Ecco se qualcuno si domandava se ci fosse una qualche virata politica con l’amministrazione Trump, direi proprio di no, a partire dall’atteggiamento americano. E’ un film di pura azione, di pura stria e di grande dramma.
La sceneggiatura è affidata sempre a Taylor Sheridan, ma si vede l’impronta del nostro Stefano nel concentrarsi sui personaggi. Non sono i dialoghi (scarni) a raccontarci la storia, ma piuttosto i volti dei protagonisti, come faceva anche il buon Sergio, le situazioni e i momenti in cui si ferma la violenza per dare spazio ad altro.
La notevole impronta di regia emerge anche nelle sequenze d’azione dove tutto è chiaro e comprensibile, seppur concitato, evitando quei pasticciacci che nascondono la poca familiarità con il genere.
Peraltro l’arrivo degli elicotteri d’assalto in Messico è quasi un tocco alla Michael Bay.

Tutto questo non sarebbe potuto essere possibile senza Brolin, Del Toro e soprattutto l’incredibile Isabela Moner, una ragazzina in grado di affiancare due mostri come quelli senza sfigurare.
Sembra che non sia passato un giorno da Sicario nel rapporto tra i due protagonisti che continuano a vestire i loro ruoli senza batter ciglio.

Soldado è la prova che in Italia possiamo fare di meglio, di più, non le solite commediole trite e ritrite, ma film diversi, più coraggiosi, anche se poi non saranno dei capolavori assoluti della cinematografia, sapranno comunque farci vivere delle emozioni.
Bravo Stefano!