Sulla strada – recensione di “Vengo anch'io”

Era ora che questa coppia comica, dopo tanta gavetta, facesse una cosa tutta sua al Cinema. E nello scomodare l'immenso poeta Jannacci (perlomeno nel titolo) c'è tutto il sentore di quell'umorismo spesso non-sense su cui i due hanno costruito parte della loro fama. L'altra parte è il contrappunto amaro che ammanta tutta la storia. Quattro personaggi che cercano la via d'uscita, più o meno tragica, da una vita ai margini dove anche la malattia mentale viene trattata senza retorica.

Bravi Nuzzo e Di Biase a raccontare una storia on the road che, se per un tratto sembra soltanto una serie di gag fini a sé stesse, poi diventa un film con una struttura e con una morale libera di essere distrutta, come in ogni idea comica che si rispetti. A fargli compagnia tanti altri comici che hanno preso parte al progetto amichevolmente (Salemme, Paolantoni ecc.) e che con loro condividono quella vena “cattiva” che sembra guardare quasi ad un umorismo d'oltremanica ma che negli ultimi tempi sta ritornando particolarità anche nostrana. E che i due si rifacciano ad una tradizione nostra si vede anche nella citazione fellliniana che molti indovineranno.

Insomma, un film che sembra più cinico di quanto, alla fine, sia ma che usa quest'arma per non adagiarsi su una facile retorica che darebbe al tutto un taglio forse meno efficace. E tenendo conto che i comici usciti dai contenitori di cabaret televisivi non sono sempre stati bravi quanto ci si sarebbe aspettati, non c'è che da fargli i complimenti perché se li meritano veramente.