Super Vacanze di Natale, celebrando trentacinque anni di cinepanettone De Laurentiis

Sono i film più odiati dalla critica, ma anche quelli più amati dal pubblico.
Un curioso aspetto – di costume o in qualsiasi altro modo lo si voglia definire – che viene una gran voglia di associare alla sequenza del Vacanze di Natale ’90 di Enrico Oldoini in cui Diego Abatantuono improvvisa una sfuriata dal sapore di rivalsa sociale nell’ambito di una cena presso tanto facoltosi quanto disprezzabili individui. Sequenza tra le migliori della filmografia oldoiniana e che Paolo Ruffini ha giustamente incluso nel suo Super Vacanze di Natale, collage da grande schermo atto a racchiudere in oltre un’ora e venti di visione buona parte dei momenti maggiormente divertenti di quasi trentacinque anni di commedie natalizie targate Filmauro, dall’insuperabile capolavoro Vacanze di Natale di Carlo Vanzina, datato 1983, all’escursione britannica di Lillo e Greg rappresentata da Natale a Londra – Dio salvi la regina di Volfango De Biasi, distribuito a Dicembre 2016.

Commedie natalizie che qualcuno ha poi denominato cinepanettoni e in cui Ruffini si prende anche la licenza di includere tre titoli di casa De Laurentiis in realtà non appartenenti alle uscite sotto l’albero, dal pasquale Yuppies – I giovani di successo ad Anni ’90 e Tifosi, che ebbero diffusione autunnale.

Man mano che, tra un montaggio di schiaffi e situazioni dolorose sulle note della sempreverde Walking on sunshine di Katrina and the Waves e Massimo Boldi che se ne va in giro mezzo nudo in vespa in Yuppies 2 accompagnato da Spirit in the sky di Doctor & The Medics, effettua una ideale divisione in capitoli conferendo all’insieme tutt’altro che il respiro di un banale agglomerato di clip, tanto più che amalgamato ricorrendo a chiare analogie di contenuto. Perché, se da un lato abbiamo una fase dedicata alle evacuazioni corporee, dall’altro non manca la sequela di parentesi umoristiche dedicate all’omosessualità, compreso il lungo sketch con lo stesso Boldi e Christian De Sica travestiti incluso nel già citato Anni ’90.

Il De Sica di cui, dal medesimo lungometraggio, viene recuperata anche la irresistibile gag telefonica in automobile condivisa con Nadia Rinaldi, oltre a memorabili scene strappa-risate che lo hanno visto affiancato da Massimo Ghini in Natale a Miami, Natale a Rio e, purtroppo, nell’eccessivamente greve Natale a Beverly Hills, tutti per la regia di Neri Parenti.

Come pure il pessimo Natale in Sudafrica di cui, fortunatamente, vengono proposti soltanto fugaci manciate di fotogrammi; mentre, tra hit musicali e volti noti della Settima arte tricolore da ridere spazianti da Jerry Calà a Nino Frassica, le belle donne – da una giovane Maria Grazia Cucinotta a Vanessa Hessler – e, perfino, gli animali – dal cane di Paparazzi al cerbiatto di Natale in India – si rivelano alcuni degli ingredienti maggiormente sfruttati da un filone cinematografico altamente popolare e che, capace anche di guardare spesso al futuro nel toccare i fenomeni attuali (si pensi solo a Donald Trump tirato in ballo nel 1992 in un dialogo di Sognando la California), ottiene qui un piacevole e veloce omaggio.

Un piacevole e veloce omaggio che, commentato oltretutto da frasi di illustri figure storiche che vanno dallo scrittore e aforista portoghese Fernando Pessoa al fisico e filosofo tedesco Albert Einstein, non sfigurerebbe affatto se usato come materiale di studio da coloro che intendono analizzare con leggerezza parte della più recente evoluzione di quella che veniva un tempo chiamata Commedia all’italiana.