11 Febbraio 2017    17:06

alberto

5,0   (su 5 voti)

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Il Sequel della sorpresa italiana del 2014 "Smetto Quando Voglio", una pellicola con un cast corale, una fotografia acida con prevalenza di colori tendenti al giallo e al verde e una trama che richiama la celebre serie tv "Breaking Bad", nonché una regia esordiente del giovane Sydney Sibilia. Una ricetta vincente che ha prodotto una commedia gustosa, attuale e innovativa per il cinema nostrano, ultimamente risvegliatosi grazie soprattutto al sapiente lavoro del produttore Matteo Rovere, che ha diretto anche un'altra pellicola fantastica, "Veloce come il vento". E Sibilia si mostra piuttosto ambizioso, poiché non solo è riuscito a realizzare un sequel, ma ha persino in serbo un terzo capitolo (SQV-Ad honorem). Fino a qui, almeno secondo me, si può affermare che il distico è una miscela riuscita di risate, thriller e azione, ma soprattutto di cultura, visto che i protagonisti sono tutti dei luminari emarginati dalla società e, consci del loro precariato o dei lavoretti con stipendio da fame, formano una banda per fare fortuna diffondendo nelle discoteche una nuova droga legale. Le cose ovviamente non procederanno come previsto e i membri si renderanno conto che non è facile "smettere quando si vuole". In questo secondo episodio avranno però un'occasione per riscattarsi e in accordo segreto con la polizia dovranno trovare 30 nuove "smart drugs" per avere la fedina penale pulita. A cominciare dagli attori la pellicola vince: il capo Pietro Zinni, neurobiologo riservato e insicuro negli attegiamenti, è interpretato magistralmente da uno dei migliori attori italiani in circolazione: Edoardo Leo, famoso soprattutto per “Perfetti Sconosciuti” e altre commedie recenti come “Noi e la giulia” e “Loro chi?”. Poi troviamo attori considerati secondari ma che al contrario di molti film americani riescono a emergere e ognuno viene caratterizzato adeguatamente: Stefano Fresi, chimico che diventa schiavo dei suoi stessi “prodotti”, offre un’altra performance notevole, tra isterismi e urladi disperazione (da ricordare tra le altre la scena iniziale dell’incidente che lo vede coinvolto, semplicemente sublime col sottofondo lirico); infine, da Sermonti a Calabresi (esilarante dopo la distruzione di un bene culturale), da Aprea a De Rienzo (curiosissimo), tutti regalano personaggi indimenticabili e, perché no, carismatici. Tra le new entry da segnalare la bravissima Greta Scarano e il napoletanissimo Giampaolo Morelli, uno dei tre nuovi “cervelli” della banda. Con una trama intrigante e passaggi del testimone tra scene da morire dalle risate e avventurosi inseguimenti alla Indiana Jones, il franchise funziona alla grande e non può far altro che trasmettere trepidazione per il prossimo capitolo che, vi assicuro, renderà la situazione un po’ più pesante.

La dimostrazione che il cinema italiano sa ancora stupire. Voto: 8 e mezzo.