Beate (2018)

27 Settembre 2018    18:08

flyanto1

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“Beate” del regista Samad Zarmandili è una commedia a sfondo sociale che affronta il tema della disoccupazione, della crisi economica e della difficoltà, soprattutto ad un’età non più giovanissima, a reintrodursi nel mondo del lavoro.

La protagonista della vicenda qui presentata è una donna di circa 40/45 anni (Donatella Finocchiaro), di origine siciliana, senza marito, con una figlia di 18 anni e zoppa dalla nascita per una malformazione ad un piede. Ella lavora come operaia presso una fabbrica di biancheria intima femminile nel Polesine e, quando a causa della crisi economica, l’attività lavorativa deve essere sospesa per qualche mese, la donna, con le altre sue colleghe operaie, cerca di opporsi con un picchetto davanti alla fabbrica al fine di scongiurare il conseguente licenziamento dopo il periodo della cassa d’ integrazione. Venuta per caso a sapere che in realtà l’attività dello stabilimento continuerà all’estero, in un paese slavo dove la mano d’opera costa meno e che, pertanto, tutte le operaie in Italia verranno a breve licenziate definitivamente, insieme alle colleghe la donna trova un rimedio al fine di affrontare il problema. Decidono così tutte insieme di unirsi e iniziare una loro produzione di biancheria intima ma, poiché la realtà si presenta, purtroppo, ben più difficile del previsto, esse rischiano un grandioso fallimento. Avendo, però, la protagonista come zia una suora presso il convento della cittadina e, intuendo quanto le religiose, ottime ricamatrici, potrebbero essere d’aiuto alla loro nuova attività, la donna decide di farle intervenire in questa e  superare così la crisi lavorativa…..

E’ bene non svelare né il finale né tutte le vicende che si susseguono numerose ed avvincenti in questa insolita ed originale commedia italiana. Opera prima di Samad Zarmandili, essa risulta quanto mai riuscita per soggetto, regia ed interpretazione: le attrici protagoniste sono tutte brave con una menzione speciale, ovviamente, per Donatella Finocchiaro e Lucia Sardo nelle rispettive parti della protagonista e della zia suora, ma la pellicola già in sé si presenta molto piacevole, diretta con uno stile garbato e ben scandita nella tempistica in cui si susseguono gli avvenimenti, ripeto, avvincenti e molto divertenti. Ovviamente scarseggia la veridicità ma ciò che è importante è il concetto qui espresso di solidarietà femminile e di comunanza tra donne religiose e non