Manuel (2017)

15 Maggio 2018    17:01

flyanto1

0,0   (su 0 voti)

Accedi per votare!

"Manuel" , opera prima del regista Dario Albertini, è il nome del protagonista del film che ha compiuto appena diciotto anni e, divenuto ormai maggiorenne, deve lasciare l'istituto di accoglienza dove da anni risiede, essendo sua madre stata arrestata per detenzione di droga. Una volta lasciato questo luogo che ha rappresentato la sua unica famiglia e dove egli si è saputo costruire buoni rapporti con tutti, compagni, assistenti sociali ed il parroco della Chiesa che sostiene l'Istituto, Manuel deve affrontare una nuova vita piena di responsabilità più grandi di lui e, pertanto,  non troppo confacenti alla sua giovane età. Il ragazzo, infatti, deve sistemare la casa parecchio in disordine e lasciata in tale stato dal momento in cui la Polizia ha fatto irruzione ed ha arrestato la madre, presentarsi per un nuovo lavoro presso un panificio, dove è stato segnalato dall'Istituto stesso, come apprendista fornaio ed ovviamente dare di sè una buona impressione perchè tale attività per lui costituisce l'unica fonte di reddito e di garanzia  al fine di affrontare quello che sarà per lui l' onere più gravoso e difficile e, cioè, garantire per il futuro la condotta della madre agli arresti domiciliari. Insomma, un futuro sicuramente pieno di speranza per il suddetto giovane ma certamente non facile e, in ogni caso, denso di responsabilità troppo pesanti da sostenere alla sua giovanissima età.

Dario Albertini segue Manuel in tutto il suo percorso dagli ultimi giorni dentro l' Istituto a quelli nel corso dei quali egli deve piano piano affrontare tutte le difficoltà e responsabilità della sua nuova esistenza e vi riesce molto efficacemente scandendo in maniera dettagliata, ma senza inutili lungaggini, le giornate del ragazzo e dei suoi incontri con ex amici od individui nuovi. Ciò che si percepisce immediatamente è il difficile e problematico ambiente da cui proviene Manuel che, come tanti ragazzi di periferia e provenienti da famiglie disastrate di cui essi non hanno assolutamente colpa, deve faticare maggiormente rispetto ai suoi coetanei più fortunati ed agiati al fine di costruirsi un'esistenza dignitosa nella società. Questa tematica viene presentata da Albertini in maniera toccante e profonda ed il ritratto che si evince del ragazzo, peraltro ottimamente interpretato dal giovane esordiente Andrea Lattanzi, risulta quanto mai realistico, affatto edulcorato ma molto commovente: insomma, un racconto di vita che colpisce direttamente al cuore.