Conferenza Stampa “Viaggio da Paura”: film d’autore o commerciale?

Il 12 Maggio arriverà nelle sale italiane Viaggio da Paura, primo film degli Emirati Arabi Uniti distribuito nel nostro Paese. Questo road movie in salsa mediorientale racconta il tragitto in auto compiuto da tre amici per arrivare da Abu Dhabi a Beirut: da qui il titolo originale, From A to B. Attraversando l’Arabia Saudita, la Giordania e la Siria, il terzetto mussulmano dovrà superare ostacoli politici, culturali e bellici: una commedia scanzonata e ironica sul mutamento interiore e il valore dell’amicizia.

In occasione dell’anteprima stampa svoltasi a Roma abbiamo incontrato il regista Alì F. Mostafa, il produttore Paul Baboudjian e Terenzio Cugia Di Sant’Orsola, amministratore delegato della Casa di Distribuzione Cineama. Di madre londinese e padre di Dubai, Mostafa - classe 1981 -  è considerato uno dei più promettenti filmaker degli EAU. Nel 2009 dirige il suo primo lungometraggio, City of Life, conquistando l’attenzione anche al di fuori del proprio Paese, e nel 2014, in co-produzione con Imagenation Abu Dhabi FZ e Twofour54, realizza Viaggio da Paura, film d’apertura dell’Abu Dhabi Film Festival.

Dopo aver salutato calorosamente la platea, l'affascinante regista anglo-arabo rivela che è sempre stato attratto dall’idea di girare un road movie: “Ho scelto di far partire i protagonisti da una città ultramoderna come Abu Dhabi per poi fargli attraversare delle realtà che sono molto differenti tra loro, nonostante sempre di  mondo arabo si tratti! Questa diversità in qualche modo fa da sfondo al cambiamento che avverrà nei personaggi, tenendo conto che la storia è di pura fantasia”. E vista  la comicità di alcune scene ambientate in Siria, su quest'ultima asserzione non v'erano grossi dubbi!

Di sicuro, però, spostare il set nelle diverse città delle tante location deve essere stata un’ardua impresa. Paul Baboudjian, esprimendosi in un fluido italiano - la sua dolce metà è nostra connazionale - spiega che: “ Il film è stato girato in sette città tra gli Emirati e la Giordania, per ovvie ragioni fare riprese in Siria è stato impossibile. Anche in Libano la situazione non è molto tranquilla, dunque abbiamo preferito rimanere ad Amman e filmare lì le scene che riguardano Beirut e la Siria”.

Già, la Siria. In Viaggio da Paura, nel momento in cui i tre amici entrano in territorio siriano si assiste a un drastico cambio di tono. La Siria era l’ostacolo maggiore che i tre ragazzi dovevano affrontare per arrivare a destinazione, oltretutto per arrivare a Beirut si deve per forza attraversare quel Paese. Mi è sembrato importante non evitare quello che è un tema caldissimo e molto controverso: ciò che sta accadendo in Siria oggi. Anche in un film, che è poi una commedia, non volevo nascondere i tragici eventi legati alla guerra. La crescita dei personaggi inoltre è strettamente legata a ciò che accade in quell’area geografica così tanto travagliata”, queste le parole di Mostafa. Ma il produttore libanese Baboudjian  ci tiene a rivelare che, quando aveva circa 16 anni e Beirut era occupata dalle truppe siriane, lui, assieme ad alcuni amici, aveva vissuto la stessa situazione dei protagonisti del film.

Terenzio Cugia Di Sant’Orsola, riallacciandosi al discorso, afferma che: “Decidere di portare un film così in Italia è un modo per parlare di questi temi. Già il fatto di unire le parole Commedia, e, Araba, è qualcosa che stride. Molti spettatori rimarranno stupiti nel vedere una città come Abu Dhabi, un posto completamente diverso dall’immagine stereotipica che si ha del mondo arabo. Abbiamo voluto distribuire questo film proprio per fare vedere che le sfaccettature nell’universo mediorientale sono molteplici, e che una piccola parte di fanatici stanno condizionando la vita di numerose persone”.

Viaggio da Paura l’anno scorso è stato proiettato in 63 sale del Medio Oriente, tranne che in Arabia Saudita dove, NON ESISTENDO CINEMA, per godere della magia del grande schermo gli amanti della settima arte sono costretti a recarsi in Bahrein. Da noi le copie saranno circa 15/20, ma la speranza dei presenti sul palco è quella che il passaparola possa contribuire a far aumentare gradualmente questo esiguo numero di riproduzioni. Il film distribuito precedentemente da Cineama, Il Sentiero della Felicità, grazie alla buona critica del pubblico ha raggiunto oltre 200.000 euro di box-office, cifra che in Italia, per un documentario, non è affatto male: più che sullo sprint, il produttore conta sulla maratona! Costato poco più di 2 milioni di dollari, pare che Viaggio da Paura, venduto anche in Inghilterra, sia ampiamente rientrato delle spese di produzione: una buona notizia per spronare i tanti nababbi di quei Paesi a investire il loro denaro non solamente sull’oro nero.

A fine conferenza, una domanda rivolta da Terenzio Cugia Di Sant’Orsola al parterre di giornalisti è rimasta però senza risposta, questa: “Secondo voi, il film che avete appena visto, è un’opera d’autore o commerciale?”. The answer my friend is blowin' in the wind…