Conferenza stampa: Forever Young

“Stavolta ho voluto mettere della sana cattiveria, visto che negli ultimi miei film ci sono stati troppi happy end e ho esagerato con i baci. Comunque, qui non poteva esservi il lieto fine, perché i forever young sono pericolosi e sono tra noi, anche in questa stanza. La famiglia è l’unico antidoto”.
Con il sorriso sul volto, a parlare è il cineasta romano classe 1968 Fausto Brizzi, autore, tra gli altri, di Notte prima degli esami ed Ex, durante  l’incontro con la stampa tenutosi a Roma in occasione dell’arrivo nelle sale della sua ultima fatica: Forever Young, in arrivo il  10 Marzo 2016 distribuito da Medusa.

Una commedia corale riguardante il sempre più dilagante fenomeno degli adulti alla continua ricerca della giovinezza perduta, su cui il regista – che dice di essere nel film il personaggio del dj interpretato da Lillo, ma che crede diventerà quello di Teo Teocoli, avvocato appassionato di sport e convinto di avere ancora un fisico indistruttibile – prosegue: “Per quanto riguarda la maniera di incidere della ricchezza e del potere sull’essere forever young, si tratta di una cosa diffusissima in alcune categorie ed in altre anche di più; ma quest’epoca sarà ricordata per l’estinzione dei nonni, spero che un giorno qualcuno li rigeneri tramite un embrione, come i dinosauri di Jurassic park”.  

Presenti in conferenza anche Fabrizio Bentivoglio, che non si sente un forever young come pure la Lorenza Indovina con cui intreccia nel film una relazione amorosa, la quale si dichiara, invece, cinquantenne, visto che ad Ottobre uscirà dalla decade dei quaranta; mentre Pilar Fogliati afferma: “Secondo me il segreto per rimanere forever young è andare in discoteca e fare le sei tutte le mattine. No, scherzi a parte, credo che uno dei segreti sia leggere”.

E, se Stefano Fresi grida “Viva quelli che stanno bene nella loro età”, il già citato Lillo racconta di essere proprio un immaturo e di giocare con le miniature dei soldatini che dipinge per hobby e il Francesco Sole che lo affianca nel ruolo di un giovane collega si espone: “Io non sono un forever young, ma noi giovani abbiamo paura di diventarlo. Quando vedo gli over 35 che si approcciano alla tecnologia dei ventenni ho paura. Per esempio, ho anche paura di vedere mia zia in discoteca”.

La parola passa al sopra menzionato Teocoli: “Io sono il più vecchio del gruppo in assoluto, ho settantuno anni. A questa età sono forever e basta, ho i miei pensieri, la famiglia da curare e tre figlie femmine. Ho vissuto tante epoche, non ho fatto tanto cinema semplicemente perché non mi andava di alzarmi la mattina alle sei, però ho sempre avuto tutta la mia libertà. Comunque, non è uno scandalo cercare di fare il forever young. Viva i forever young, non abbasso i forever young. Non so voi qui a Roma come siete messi, ma a Milano le periferie sono piene di anziani”.

Prima che lo stesso Brizzi concluda “Una serie televisiva da Forever Young verrebbe benissimo, perché è un tema di oggi ed è molto serializzabile. Comunque, a parte il mio, devo dire che in questo periodo in sala ci sono buoni film italiani e sono tutti molto basati sulle sceneggiature. Lo chiamavano Jeeg Robot e Perfetti sconosciuti, per esempio, hanno buone sceneggiature. Quindi, ne approfitto per ringraziare pubblicamente Marco Martani ed Edoardo Falcone, che mi hanno aiutato a scrivere questo film con più cattiveria rispetto ai precedenti, altrimenti, da solo avrei fatto finire tutto bene".