Conferenza stampa: Infernet

“In questo film ho messo tutte storie parallele che cominciano ad intersecarsi, formando un unico organismo. Ho lavorato miscelando l’esperienza reale e quella virtuale, mostrando come i giovani, oggi, non distinguano più la realtà dalla finzione, in quanto, per loro tutto non è diverso da un videogioco. Internet è uno strumento meraviglioso, ma diventa pericoloso nelle mani di persone cattive”.

Giuseppe Ferlito introduce così la conferenza stampa romana per presentare il suo Infernet, in uscita il 28 Aprile 2016 (due giorni prima che il web festeggi il proprio trentennale)  per A.C. Production s.r.l. e che parte da un soggetto dell'attore Roberto Farnesi – secondo il quale non dovrebbe essere un tabù controllare gli smartphone e il tablet dei propri figli – che racconta di aver scritto nel 2008 insieme all’amico appassionato di cinema Marcello Iappelli con l’intento di mettere in guardia nei confronti dei pericoli che si celano dietro la rete e che, purtroppo, popolano quotidianamente le cronache.

Un lungometraggio impreziosito da un cast decisamente ricco, a partire da Remo Girone e Ricky Tognazzi; il primo che rivela di essersi ispirato per il suo personaggio al sacerdote lavorante nel sociale che lo ha sposato e che non manca di osservare come internet sia un mezzo che, permettendo l’anonimato, consente a chi è vigliacco di mettere in pratica cose orribili, il secondo affetto nella vicenda da azzardopatia , a proposito di cui dichiara: “In questo caso, internet diventa un’aggravante, perché ti toglie anche la socialità che avevi una volta, quando si usciva e ci si vedeva con gli altri per giocare a carte”.

Mentre Elisabetta Pellini, solitamente impiegata in ruoli da dark lady, è contenta del fatto che stavolta le sia stata offerta la possibilità di fare la brava: “Anche se un po’ cornuta (ride). Una donna che continua a sostenere le persone al di là della religione, pur essendo laica, e che ha il coraggio di denunciare la violenza e sostenere chi l’ha subita”.

Violenza che va denunciata secondo il giovane Leonardo Borgognoni, il quale ha conosciuto molti ragazzi vittime di bullismo e che usa la rete solo per i social network; un po’ come Marco Profita, che dice anche di ricorrervi per cercare informazioni, Daniel Pistoni, che si connette pochissimo, e Viorel Mitu, tutt’altro che fanatico di internet e che esorta a non dimenticare la comunicazione con l’essere umano.

Se poi Andrea Montovoli precisa che è importante parlare di queste cose che il film – secondo lui autentico pugno nello stomaco – lasci a tal proposito un’emozione, Luca Seta non può fare a meno di parlare di omosessualità, vestendo i panni del suo fidanzato: “Non capisco come oggi possa essere un problema l’amore tra due persone dello stesso sesso, considerando che viviamo in un mondo in cui c’è da preoccuparsi seriamente del terrorismo”.

“Conosco ragazze cattive che usano internet per creare profili anonimi ed attuare cattiverie, ma questo personaggio è completamente diverso da me” è, invece, quanto dichiara Giorgia Marin, nella pellicola minorenne che ricatta adulti dopo averli filmati durante rapporti sessuali consumati insieme a loro; non prima che prenda la parola Daniela Poggi: “Spesso i genitori sono incapaci di relazionarsi in maniera profonda coi propri figli; stiamo vivendo un’epoca veramente buia e triste, dove non ci sono valori e obiettivi. Come dice nel film Don Luciano (il personaggio di Girone, nda), stiamo andando troppo veloci e bisogna fermarsi. Oggi i ragazzi vivono erroneamente di visibilità, di identità fake”.