Conferenza stampa: Onda su onda

“Gegé e Ruggero sono due personaggi molto diversi. In realtà, il cuoco lo avevo pensato per me, poi, però, andando avanti nella scrittura abbiamo pensato che sarebbe stato ideale per Alessandro, proprio perché distante dall’aspetto fisico che avevo immaginato. Quindi, sarebbe stato un bel colpaccio farlo interpretare a lui. Mi rode pure un po’, perché mi mette in ombra. Comunque, era più interessante vedere lo sviluppo di un’amicizia tra due personaggi così diversi”.

A parlare alla stampa romana è Rocco Papaleo in occasione dell’uscita nelle sale cinematografiche di Onda su Onda, distribuito da Warner Bros a partire dal 18 Febbraio 2016 e che lo vede sia alla regia che nei panni dell’esuberante cantante Gegé, il quale, nel tentativo di rilanciare la sua carriera con un nuovo concerto, è fortemente deciso a raggiungere Montevideo affiancato dal cuoco Ruggero.

Cuoco interpretato da Alessandro Gassman, il quale, presente in conferenza, oltre a definire l’Uruguay molto italiano, osserva: “Ogni volta che Rocco mi offre un film, mi fa fare bei viaggi. Lui considera molto simili la Basilicata e l’Uruguay, ma non solo per il loro aspetto, anche per il fatto che si tratta di due posti dove non accade mai nulla. Rocco, poi, per me è un regista jazz, perché parte da una solida base di scrittura, ma ha sempre orecchie molto attente. La sua dote maggiore è la capacità di ascolto ed è intelligente. Tra l’altro, anche io ascolto le persone con cui ho deciso di lavorare. Le cose che mi piacciono di più in lui, poi, sono quelle imperfette. Fa dell’imperfezione un valore aggiunto al film. Comunque, volevo fare una menzione speciale a Massimiliano Gallo, oggi qui assente e che, figlio del cantante Nunzio Gallo, è il motore comico del film ed è un attore straordinario”.

Dal canto suo, il regista-protagonista – che già aveva avuto modo di dirigere il figlio del grande Vittorio in Basilicata coast to coast – risponde divertito: “La capacità di ascoltare l’ho affinata da ragazzo. Alessandro è un uomo di un certo spessore, non dice solo cazzate e, se le dice, è capace di dirle. Per me l’umanità è importante, è quella che lega me ed Alessandro. Ma ora vorrei parlarvi un po’ anche di Luz Cipriota, che è qui con noi e che nel film ricopre il ruolo di Gilda, la ragazza uruguayana che ci accoglie a Montevideo. Con Luz c’è stata subito empatia. Le ho chiesto di cantare una canzone ed era molto più bella di quella che canto io nel film. Ma, essendo io il regista, l’ho tolta perché nel film devo cantare solo io. La canzone s’intitola Librame ed ora ci terrei che la ascoltiate proprio da lei.

Puntualmente, l’attrice si esibisce con tanto di musicisti ad accompagnarla, ma soltanto dopo aver dichiarato: “Non avevo visto nessun film du Rocco, ma per me è meglio, perché, non sapendo nulla di lui, mi sentivo molto a mio agio. Dopo ho cominciato a guardare le cose che aveva fatto. Per questo film, prima ho fatto un’intervista, ma io avevo lavorato alla fiction Terra ribelle 2, nella quale, però, recitavo in spagnolo, non in italiano. In seguito ho affrontato un provino per capire se potevo parlarlo”.

E, oltre a far notare che oggi la televisione – elemento piuttosto importante nel lungometraggio in questione – sia una bolgia totale e stia ormai perdendo i colpi a causa della sempre più dilagante importanza del web, l’autore di Una piccola impresa meridionale non dimentica di concludere: “Quando siamo andati lì, è scattata una sorta di folgorazione, una suggestione, una voglia di raccontare questo posto un po’ astratto. Perché noi cerchiamo di raccontare storie che possiedano un realismo un po’ onirico, poetico. E Montevideo si presta benissimo a questo. Per quanto riguarda il futuro sfruttamento della storia, con il mio co-sceneggiatore Valter Lupo abbiamo un’idea ogni tre anni, quindi, dobbiamo farla fruttare come un maiale. Faremo uno spettacolo teatrale e gadget come pillole e cose del genere”.

Il tutto, ovviamente, con il suo molto ironico solito modo di fare.