Disney+ e quel tocco di magia di cui abbiamo – ora più che mai - bisogno

In tempi di coercizione casalinga e di strenuo, coraggioso impegno ad andare avanti cercando di vedere una speranza oltre la cupezza del momento e della pandemia in atto, Disney lancia l’attesissimo Disney+ e riporta un po’ di quella magia smarrita nelle nostre case piene ma un po’ spente. Un catalogo ricchissimo e onnicomprensivo che include i vecchi classici Disney così come gran parte delle rivisitazioni live action di molti evergreen targati Disney, senza contare i prodotti di casa Marvel e i bellissimi documentari a firma del National Geographic.

Un palinsesto davvero corposo che può mettere d’accordo adulti e bambini. Anche noi, dal canto nostro, non abbiamo perso dunque l’occasione della prova gratuita per gustare qualche chicca offerta della nuova piattaforma di streaming on demand, e della sezione live action vi vogliamo menzionare due titoli: il nuovissimo Lilli e il vagabondo di Charlie Bean (remake del celebre cartone animato del 1955), e Il libro della giungla di Jon Favreau (remake dell’omonimo film d’animazione del 1967 basato sulla raccolta di storie dello scrittore inglese Rudyard Kipling). 

Storie opposte e complementari Lilli e il vagabondo e Il libro della giungla rappresentano due raffigurazioni del complesso rapporto uomo/natura e uomo/animale. E se da una parte abbiamo il calore tutto famigliare di una dolcissima esemplare di cocker spaniel di “buona famiglia” concentrata a integrarsi perfettamente il quel nucleo umano, fatta poi salva l’evasione romantica vissuta grazie al più-che-amico Biagio il vagabondo, dall’altra parte abbiamo un cucciolo di uomo (Mowgli) adottato e cresciuto dai lupi della giungla che dovrà combattere all’interno di quel singolare contesto di famiglia allargata per diventarne parte integrante e universalmente accettata. Due storie magiche che corrono lungo il filo della solidarietà e dell’accettazione mostrando tutto il ventaglio di complessità e controversie di una natura contaminata dall’uomo e viceversa, ma evidenziando anche l’incredibile e talvolta inaspettato legame che unisce questi due mondi a volte distanti altre volte così incredibilmente vicini.

E se Lilli e il vagabondo sfrutta il calore del focolaio casalingo in contrapposizione alla magica libertà di strada (il cielo stellato ammirato dalla collina, una cena a lume di candela e polpette da condividere) e alle sue tante minacce (in primis l’accalappiacani, ma anche la quotidiana caccia al sostentamento) per poi far ritorno sulle tracce di quella “casa” intesa come nucleo umano di appartenenza, Il libro della giungla segue invece nell’interazione davvero sinuosa tra reale e immaginifico le peripezie di Mowgli alla ricerca della sua vera famiglia di appartenenza, ovvero la giungla. Akela, Bagheera, Baloo diventano così qualcosa che va ben al di là dell’amicizia, per poi sconfinare a pieno titolo in vere e proprie incarnazioni di famiglia, presenze fedeli nelle quali credere e sulle quali fare affidamento. E nel confronto tra l’ingegno umano incarnato da Mowgli e la forza brutale o istintiva rappresentata dagli animali della giungla (Shere Khan, Kaa, Re Louie) questo live action a tratti dalle movenze “realissime”, a cura di Jon Favreau (anche autore dell’ancora più recente e foto realistico remake de Il re leone), rievoca perfettamente i valori portanti delle storie di Kipling traducendole in un immaginario visivo fluido, avvolgente, contemporaneo, e ricreando i momenti topici del confronto uomo/animali (il simbolismo del fiore rosso che invade la tranquillità della giungla, il finemente strutturato regno delle scimmie, il delicato ruolo di architetti della giungla degli elefanti, la forza determinante delle relazioni solidali).

Infine, due prodotti molto diversi tra loro ma entrambi estremamente fedeli ai loro originali di riferimento, entrambi innervati da un realismo live-action spesso avvincente, ed entrambi contaminati dal valore unico del senso di famiglia (che sia naturale, adottiva, allargata), un valore che in tempi come questi diventa essenziale per continuare a vedere tra le nostre - a volte asfissianti - mura di casa la forza di un mondo vastissimo, variegato e difficile come una giungla eppure costantemente attraversato da una bellezza unica, ovvero quella dei legami, degli affetti e del reciproco scambio che nel bene o nel male, tanto gli animali quanto a maggiore ragione noi esseri umani siamo e dobbiamo essere in grado di esercitare. Ora più che mai.