Non solo Vacanze di Natale: Guida al Cinepanettone

Il più delle volte ricompensati dallo spensierato pubblico di fine Dicembre che, nel pieno della nullafacenza delle festività natalizie, non esita ad accorrere in sala – con tanto di amici e familiari al seguito – trasformandoli nei successi del momento, ma spesso massacrati dalla critica, tutt’altro che propensa ad accettare poco raffinati turpiloqui e risate grasse regalate dai volti comici più gettonati, i cosiddetti cinepanettoni hanno finito, in un modo o nell’altro, per trasformarsi in un obbligatorio appuntamento cinematografico annuale. Ma da dove ha avuto inizio tutto ciò?

Precisando che, sebbene, dai primi anni Ottanta ad oggi, non pochi siano stati i film comici interpretati dai vari Adriano Celentano, Renato Pozzetto, Leonardo Pieraccioni e Paolo Villaggio a sfondare al botteghino tra strade ed alberi addobbati, prendiamo qui in esame soltanto le produzioni della Filmauro di Aurelio De Laurentiis, in quanto vera iniziatrice del fenomeno, nonché sua principale promotrice.

Sapore di neve

Perché pare che tutto abbia avuto origine quando l’oggi presidente del Napoli rimase profondamente colpito – alla prima proiezione per il pubblico – da Sapore di mare (1983), autentico capolavoro di Carlo Vanzina che, scritto insieme al fratello Enrico, raccontava nostalgicamente un’estate degli anni Sessanta trascorsa da un gruppo di giovani tra risate, sentimenti e tanti storici hit musicali – da Stessa spiaggia stesso mare di Piero Focaccia a Senza fine di Ornella Vanoni – guardando alla miglior Commedia all’italiana sotto il sole (con L’ombrellone di Dino Risi in testa). Autentico capolavoro che lo convinse a convocare i figli di Steno per proporgli di mettere in piedi una sorta di rilettura ambientata in un contesto vacanziero invernale e che divenne, quindi, Vacanze di Natale (1983), destinato a trasformarsi in uno dei cult movie italiani del decennio reaganiano.

Del resto, come non rimanere incantati dai titoli di testa che, accompagnati da Moonlight shadow dell’accoppiata Mike Oldfield-Maggie Reilley, introducono il racconto dell’Italia socialista sotto l’albero di Natale di Cortina d’Ampezzo, tra una Teorema di Marco Ferradini e una I like Chopin di Gazebo?

L’Italia del pianista sciupafemmine Jerry Calà con battuta sempre pronta (“Non sono bello, piaccio” è ormai uno dei suoi tormentoni) e che ritrovava la ex fiamma Stefania Sandrelli, sposata con il “cummenda” Guido Nicheli che consacrò proprio in quell’occasione il suo esilarante frasario da benestante milanese. Ma, soprattutto, l’Italia della famiglia romana Covelli, della quale facevano parte, tra gli altri, il figlio Christian De Sica e il papà Riccardo Garrone, marito di una fastidiosamente snob Rossella Como pronta a guardare con disprezzo quella proletaria dei Marchetti, costituita da Mario Brega, Rossana Di Lorenzo, Franca Scagnetti e un Claudio Amendola che finiva per innamorarsi dell’inglesina Karina Huff. 

Operazione vacanze... di Natale! 

L’Italia inscenata, senza dimenticare un fondamentale retrogusto amaro-sentimentale, del tutto assente nell’incolore ritratto del suo involgarimento d’inizio anni Novanta che Enrico Oldoini – già al timone di Yuppies 2 (1986) per quanto riguarda lavori natalizi finanziati da De Laureniis – ne ha poi fatto in Vacanze di Natale ’90 (1990), ambientato a St. Moritz e che riprese del cast originale soltanto De Sica per fargli fare da marito per interessi della più anziana e perversa Moira Orfei. Marito che incontrava dopo tanti anni l’ex commilitone Massimo Boldi, in realtà cornificato dalla giovane moglie Giannina Facio; mentre lo specialista in corse tra cani da slitta Ezio Greggio corteggiava Maria Grazia Cucinotta senza saper essere la compagna del suo migliore amico, il maestro di deltaplano Andrea Roncato si scopriva padre di una delle due figlie della ex amante Corinne Clery e l’ex ristoratore Diego Abatantuono, almeno, rimasto senza voce regalava qualche occasione per ridere attraverso gli esilaranti pensieri con inconfondibile accento da terruncello.

Un sequel che, comunque, fu tra i primi tasselli del filone a lasciar emergere l’alchimia di coppia tra Boldi e De Sica, poi tornati nell’ancor meno riuscito Vacanze di Natale ’91 (1991), nuovamente firmato da Oldoini e con St. Moritz a fare da sfondo. In quel caso, il primo accoppiato a Kerry Hubbard, il secondo a Nadia Rinaldi, si trovavano assegnata la stessa suite; man mano che il contorno si riempiva di gag vecchie e ripetitive nel portare in scena un Roncato gay in vacanza con il figlio e con l’amante Nino Frassica, un Ezio Greggio alle prese con il fantasma della moglie uccisa e, addirittura, un Alberto Sordi – anche sceneggiatore del film insieme a Liliana Betti, Giovanni Veronesi, Rodolfo Sonego e il regista stesso – vecchio cameriere dell’albergo e padre di Ornella Muti, in viaggio d’affari con un conte.

Un po’ meglio andò con Vacanze di Natale ’95 (1995), ovvero il primo cinepanettone realizzato dal fiorentino Neri Parenti, immerso ad Aspen per alternare a dovere – rendendoli per la prima volta protagonisti assoluti – le avventure di un Boldi al fianco della figlia Cristiana Capotondi, intenzionata ad incontrare il Luke Perry del telefilm Beverly Hills 90210, e quelle di un De Sica che, con il vizio del gioco, seguiva la moglie che aveva deciso di abbandonarlo, per poi ritrovarsi a dover valutare una situazione alla Proposta indecente (1993) con il giocatore Paolo Bonacelli al posto di Robert Redford. Tra scambi di valigie ed abbondanza di evitabili nudi femminili, ma lasciando perfettamente emergere le due distinte tipologie di comicità del figlio del grande Vittorio e dell’ex Cipollino.

I fratelli Va(ca)nzina

E, probabilmente, l’esito positivo di quest’ultimo film lo si deve anche al fatto che, al di là dello stesso Parenti, in sceneggiatura avevamo Carlo ed Enrico Vanzina, i quali hanno avuto poi modo di dare il loro ulteriore positivo contributo alla saga tramite Vacanze di Natale 2000 (1999), tornando a mescolare azzeccatamente – con tanto di Moonlight Shadow in versione cover nei titoli di testa – risate e romanticismo corredati di facile morale proto-favola. Non a caso, oltre a De Sica avvocato (Covelli, come nel capostipite) che cerca di organizzare con la moglie Monica Scattini una festa di Capodanno nella nuova ma non del tutto ristrutturata casa a Cortina d’Ampezzo, dove giungono anche Massimo Boldi e famiglia, non solo avevamo un Enzo”Er Cipolla” Salvi al suo debutto sul grande schermo e un Nino D’Angelo vincitore del superenalotto con tanto di numerosa parentela al seguito, ma anche i due squattrinati commessi Andrea Lupo e Giammarco Rocco Di Torrepadula, spacciatisi per miliardari e l’uno innamorato di Irene Ferri, l’altro della vera Megan Gale, sulla neve per girare uno spot.

Ma, sebbene si sia trattato dell’ultimo cinepanettone concepito dai figli di Steno, non dobbiamo dimenticare che, a proposito di film di Natale, non poche sono state le loro escursioni in casa Filmauro. 

A cominciare dal dimenticabilissimo Montecarlo Gran Casinò (1987), impreziosito da una memorabile colonna sonora eighties (da Nothing’s gonna stop me now di Samantha Fox a Non ti sopporto più di Zucchero), ma poco incisivo nel prendere di mira il vizietto del gioco d’azzardo coinvolgendo un De Sica ridotto sul lastrico dal professionista Philippe Leroy e costretto, di conseguenza, a soddisfare sessualmente la vecchia e ricca Clara Colosimo per pagare i propri debiti, un Ezio Greggio baro affiancato dal fortunato tecnico telefonico Paolo Rossi e, infine, Boldi ed Enrico Beruschi fratelli milanesi proprietari di un ristorante che perdevano tutti i soldi a causa dell’infatuazione del secondo per Florence Guerin, amante di Guido Nicheli. Decisamente più gradevole fu l’on the road Sognando la California (1992), che, mirato a ribadire come sia bello sognare, pur senza rinunciare a parentesi scorreggione allietò il pubblico con i quattro dottori in carriera ed ex compagni d’università (il milanese Boldi, il romano Antonello Fassari, il siciliano Nino Frassica e il romagnolo Maurizio Ferrini) che decidevano di effettuare quel viaggio in California tanto sognato quando erano studenti... ritrovandosi, però, senza soldi e carte di credito a causa di diversi imprevisti.

Mentre, prima ancora delle discutibili passeggiate avanti e indietro nella storia del mondo effettuate da Boldi e De Sica in A spasso nel tempo (1996) e A spasso nel tempo – L’avventura continua (1997), i due – affiancati da Leslie Nielsen – erano già stati trasformati dai Vanzina bros nel giudice Antonio Servilio e nel corrotto senatore Cesare Atticus nel kolossal S.P.Q.R.-2000 e ½ anni fa (1994); ovvero Tangentopoli nel 71 A.C. in una Repubblica in cui tutto è, bene o male, identico alla volgare e cafona Italia del XX secolo (favoritismi politici, bellone squallidamente al servizio sessuale dei potenti di turno e tanto marciume).

Natale con Parenti

Come ormai è risaputo, però, è stato soprattutto il succitato Parenti ad occuparsi delle pellicole di Natale Filmauro; in quanto, dopo il divertentissimo (dal sapore trash) Paparazzi (1998) e il pessimo Bodyguards – Guardie del corpo (2000), ha aperto con Merry Christmas (2001) – scritto insieme a Lorenzo De Luca e ai Fausto Brizzi e Marco Martani che già lo avevano affiancato in Tifosi (1999), uscito, però, in Ottobre – la strada al cinepanettone tipicamente infarcito di comici noti, successi musicali del momento e paesaggi turistici esteri. In questo caso, con De Sica preso ad amare due mogli contemporaneamente (senza che l’una sappia dell’esistenza dell’altra), Boldi affiancato dall’odiato, futuro genero Enzo Salvi, Biagio Izzo portiere d’albergo omosessuale ed i Fichi d’India proprietari di una ditta di pompe funebri incaricati di consegnare le ceneri di un defunto alla sua ricca vedova, si andò ad Amsterdam per ridere non poco, tra dolorosi piercing e avventure in sexy locali notturni. 

Dopo, con la stessa squadra di attori fu prima il turno del ritmatissimo Natale sul Nilo (2002), poi del fiacco Natale in India (2003), di cui si salvò solo Salvi nei panni del rapper Vomito (evidente rilettura italiota di Eminem), per lasciar emergere un certo messaggio di denuncia nei confronti del lato sporco nascosto dietro tanti artisti spesso trasgressivi al fine di assecondare le leggi dello show business. A Gstaad, con De Sica e Sabrina Ferilli ex marito e moglie che si rivedevano e decidevano di fare di tutto per far innamorare l’uno dell’altra i rispettivi nuovi compagni Tosca D’Aquino e Cesare Bocci, Massimo Boldi che mollava la consorte per Alena Seredova, sua figlia Cristiana Capotondi fidanzata con Danny De Vito e Anna Maria”Sconsolata”Barbera che vinceva un concorso per trascorrere il Natale con Ronn Moss, divo della soap opera Beautiful, Christmas in love (2004) rappresentò il non del tutto convincente tentativo di porre in secondo piano le risate grasse per ricalcare le commedie d’oltreoceano di taglio sentimentale.

Tentativo abbandonato, in seguito, per Natale a Miami (2005), ultimo cinepanettone Filmauro interpretato da Boldi – tra killer cannibali e avventure alla American pie in compagnia di Paolo Ruffini, Francesco Mandelli e Giuseppe Sanfelice – e primo per Massimo Ghini, il quale affiancò De Sica – qui corteggiato dalla lolita Vanessa Hessler – come pure nel successivo, non esaltante Natale a New York (2006).

Bene o male stanco riciclaggio delle idee già sfruttate nella serie, il film riportò nel team la Ferilli, Ruffini e Mandelli, aggiungendo Elisabetta Canalis, Fiorenza Marchegiani, Claudio Bisio e i Fabio De Luigi e Alessandro Siani tornati nel non disprezzabile Natale in crociera (2007); il primo misantropo e scapolo incallito testimone di nozze come la adoratrice degli animali Michelle Hunziker, il secondo depresso cognato di De Sica, il quale si offriva di accompagnarlo in vacanza per dedicarsi, in realtà, alla giovane amante Aida Yespica.

La Hunziker e De Luigi lavorarono in coppia anche nel divertentissimo Natale a Rio (2008), con Ludovico Fremont ed Emanuele Propizio rispettivamente figli del super cafone De Sica e dell’estremamente colto Ghini; tornati a dividere la scena – con Ferilli al seguito – nel grevissimo, indigeribile Natale a Beverly Hills (2009), in cui la bella Michelle era contesa dal futuro sposo Alessandro Gassman e il vecchio compagno di liceo di lui Gianmarco Tognazzi.

Nell’ancor più indigeribile Natale in Sud Africa (2010), invece, l’ex Valenzani di Compagni di scuola (1988) rivaleggiò con Giorgio Panariello nel corteggiamento della sexy zoologa Belén Rodriguez; alternandosi alle vicende sentimentali della figlia Laura Esquivel – fidanzata sia con Alessandro Cacelli che con Brenno Placido – e a quelle del figlio di Mr. Ladri di biciclette alle prese con il fratello minore Max Tortora, ex socio in affari che lo truffò portandogli via il patrimonio e la compagna Serena Autieri. 

Fortunatamente, ha provveduto Vacanze di Natale a Cortina (2011) – sceneggiato dallo stesso Parenti insieme ai Vanzina – a bilanciare in maniera sapiente l’estetica comica di colui che ci ha regalato tante (dis)avventure fantozziane all’inconfondibile occhio critico-descrittivo dei responsabili dell’eccellente capostipite cortiniano di casa De Laurentiis, tra equivoci e doppi sensi. Quindi, vale la pena di recuperarlo per intrattenersi efficacemente con una Ferilli che si faceva credere traditrice dal consorte fedifrago De Sica (anche qui Covelli), la coppia di edicolanti di Bergamo formata da Ricky Memphis e Valeria Graci, in lotta con la sorella di lei Katia Follesa e con il marito Giuseppe Giacobazzi da quando quest’ultimo aveva vinto duecentocinquantamila euro al gioco televisivo dei pacchi, e un Dario Bandiera che pensava solo a sedurre fauna femminile nel fare da autista raccomandato all’ingegnere Ivano Marescotti.

Cosa resterà del cinepanettone?

Ad un certo punto, però, come già avvenne, tra l’altro, attraverso Anni ’90 parte 2 (1993) di Enrico Oldoini, sequel dell’Anni ’90 (1992) diretto dallo stesso e distribuito in Ottobre, Filmauro ha pensato di cambiare rotta e di dedicarsi, per il Natale, al lungometraggio ad episodi; sfornando, sempre con la regia di Parenti, l’apprezzabile Colpi di fulmine (2012) e il mediocre Colpi di fortuna (2013).

Con il mimo Simone Barbato e la cantante Arisa inclusi nel cast, nel primo avevamo, in ordine, De Sica psichiatra finito per errore nel mirino del fisco e calatosi in abito talare perdendo la testa, però, per Luisa Ranieri, e Greg (Claudio Gregori), ambasciatore italiano presso la Santa Sede, impegnato a farsi trasformare in un vero e proprio coatto romano dal suo autista Lillo (Pasquale Petrolo) al fine di conquistare la “pesciarola” Anna Foglietta. Nel secondo i segmenti sono diventati addirittura tre: Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu alla ricerca del biglietto vincente del Lotto perduto dal secondo – insieme alla propria giacca – durante una notte brava di cui aveva dimenticato tutto; De Sica superstizioso imprenditore tessile affiancato dal traduttore Francesco Mandelli, a sua insaputa grandissimo iettatore; Lillo, insegnante di danza in una casa di riposo di lusso ed ex ballerino di prima fila di Raffaella Carrà, non solo riceveva un’eredità dal padre che non aveva mai conosciuto e che credeva morto da tempo, ma scopriva che essa comprendeva anche il “fratello a sorpresa” Greg, pieno di manie e fissazioni assurde.   

Ultimo titolo curato da Parenti, questo, prima che si tornasse al film unico con Un Natale stupefacente (2014) di Volfango De Biasi (già tra gli sceneggiatori delle due pellicole precedenti), in cui Lillo cercava di riconquistare la moglie Paola Minaccioni, nel frattempo legatasi all’ignorante tatuatore Paolo Calabresi, mentre Greg, scapolo incallito, arrivava a perdere la testa per Ambra Angiolini, conosciuta in discoteca. Man mano che il piccolo Niccolò Calvagna faceva da nipotino ad entrambi – inconsapevole del fatto che i genitori erano stati arrestati per coltivazione di sostanze stupefacenti – e Riccardo De Filippis e Francesco Montanari incarnavano in maniera esilarante due assistenti sociali presumibilmente omosessuali.

E, a questo punto, considerando che De Biasi – con Lillo, Greg, Ruffini, Mandelli e un duplice Peppino Di Capri – sia tornato nelle sale proponendo tramite Natale col boss (2015) una variante tutta italiana della commedia d’azione a stelle e strisce, la domanda sorge spontanea: cosa resterà del cinepanettone?

Medusa, nel frattempo, ha assorbito Parenti, De Sica, Ghini e Bandiera per tornare sui binari classici con Vacanze ai Caraibi (2015)...