RomAfrica Film Festival e i tanti buoni motivi per parteciparvi

Chi ha avuto la fortuna di essere stato almeno una volta nel Continente nero sarà di certo rimasto contagiato dal virus del “mal d’Africa”, niente paura, questa è l’unica malattia al mondo da cui non si debba guarire. Anche Carl G. Jung, fondatore della psicologia analitica, fu colpito da questa bizzarra e magnifica sindrome, tant’è che al ritorno dal suo primo viaggio in Kenia disse: “Ebbi la sensazione di aver già vissuto questo momento e di aver sempre conosciuto questo mondo”. Già, perché nonostante le nostre differenze culturali, antropologiche, climatiche e faunistiche, l’andare in Africa è un po’ come percorrere un viaggio di ritorno alle origini: un deja vu a ritroso nella culla dell’umanità.

Di questo profondo senso di appartenenza ne devono sapere qualcosa Antonio Flamini e Domenico Petrolo, che nel 2015 insieme a Gianfranco Belgrano e Massimo Zaurrini organizzarono a Roma il primo RomAfrica Film Festival (RAFF). Il successo di critica e di pubblico ottenuto l’anno passato ha spinto lo staff a riunirsi al gran completo per regalare ai cittadini della Capitale, ai turisti di passaggio, e ai tanti amanti della Settima Arte, una seconda edizione di questo imperdibile evento.

Il RAFF si svolgerà dal 13 al 16 Luglio presso La Casa del Cinema di Roma, e i motivi per non mancare sono molti. La prima buona ragione è data dalla necessità di conoscere l’universo africano attraverso uno sguardo differente da quello che normalmente viene offerto dai mass-media: un binario unico che mostra un Continente destinato alla deriva. Ma l’Africa in realtà è tutt’altro che allo sbando, anzi, ha molto da dire. Quale migliore occasione, dunque, per ascoltare le voci e ammirare le immagini di chi vive in prima persona l’evolversi di questo immenso territorio di 30 milioni di chilometri quadrati popolato da più di un miliardo di persone? Il mondo d’altronde sta mescolando le sue carte, e grazie ai flussi migratori le distanze tra culture si accorciano, possibile che nessuno se ne voglia accorgere? Gli antichi romani mettevano dei ceppi di confine laddove non comprendevano la diversità, ma, purtroppo, al giorno d’oggi le cose non sembrano essere cambiate poi di molto.

Cleophas Adrien Dioma, presidente del RomAfrica Film Festival, è un giornalista, scrittore ed educatore originario del Burkina Faso. Costretto a lasciare gli studi universitari a causa delle sue idee politiche, nel 1998 decise di abbandonare il suolo natio per raggiungere l’Europa. Da immigrato clandestino Cleophas ha svolto molti lavori per pochi euro al giorno, come ad esempio raccogliere pomodori o arance. La speranza di poter vivere un’esistenza migliore ha però prevalso sulla drammaticità della sua vita, e dopo anni di fatiche e umiliazioni è riuscito finalmente a conquistare l’agognato permesso di soggiorno: un pezzo di carta che trasforma un uomo da essere invisibile… a essere umano. Ecco, questo è un altro ottimo motivo per partecipare al RAFF, perché l’esempio di Cleophas è un insegnamento da non dimenticare: profugo = delinquente, mai equazione fu più errata.

I film africani proiettati nelle nostre sale sono davvero pochi, come pochi sono gli autori africani a noi noti, a colmare questo vuoto cinematografico ha pensato il team del RAFF, che con la sua passione per il cinema e per l’Africa ha fatto sì che il pubblico esplori ed apprezzi il valore delle diversità culturali: ricchezze artistiche e intellettuali che vanno ben al di là del folklore e dei banali stereotipi. Durante questi quattro giorni di programmazione si potrà assistere, oltre che a 13 cortometraggi, 11 documentari, e 5 videoclip, a film in anteprima di recente produzione. Gli 11 lungometraggi, così come i corti, saranno in lingua originale con sottotitoli in italiano, considerando che in Africa esistono circa 2000 idiomi sarà sicuramente un vero spettacolo sonoro oltre che visivo. Il programma della manifestazione è inoltre arricchito dalla presenza di ospiti illustri, registi, attori, attrici, musicisti, produttori e rappresentanze diplomatiche africane.

La kermesse avrà 4 eventi speciali che si terranno ogni sera nell’arena all’aperto, ad inaugurare questo quadrangolare filmico sarà la pellicola sudafricana Ayanda, di Sara Blecher. Ambientato nella città di Johannesburg l'opera offre un quadro contemporaneo colorato ed emozionante del Paese, celebrandone la multiculturalità e cercando di catturarne la natura “afropolitan”. La serata successiva avrà come protagonista la sfera sociale, con il film eritreo Solomon il regista Efrem Andebrhan racconta infatti le sfide del matrimonio attraverso gli occhi di alcune giovani coppie. Il terzo giorno verrà proiettato Njinga Rainha de Angola dell’angolese Sérgio Graciano, un lungometraggio storico/epico in costume che narra la vera storia della regina Njinga, una donna che nel 17° secolo portò il suo regno a combattere una lotta durata 40 anni per la libertà e l’indipendenza. Il RAFF chiuderà i battenti con In The Morning, opera prima della cineasta americana, di origine africana, Nefertite Nguvu. La filmaker nel suo lavoro descrive gli intrecci emozionali di vita, amore, ed infedeltà che avvengono in un gruppo di amici afroamericani newyorkesi. A partire dalle ore 17 si potrà comunque prendere parte a tutte le altre proiezioni che si alterneranno nelle sale al chiuso della Casa del Cinema.

Ma, se tutto ciò non bastasse a coinvolgere i probabili spettatori indecisi, aggiungiamo che l’ingresso al RomAfrica Film Festival è completamente gratuito, e che la location, la bellissima Villa Borghese, si potrebbe rivelare un rinfrescante luogo dove combattere la calura estiva di questi giorni.    

Vogliamo concludere ringraziando Antonio, Domenico, Gianfranco, Massimo, Cleophas e tutti i loro collaboratori per aver ridotto l’enorme distanza che intercorre tra noi e l’Africa, e non quella in linea d’aria che è di appena 143 chilometri, ma quella lastricata di preconcetti ottusi e insensati luoghi comuni.

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