SerieTV da non perdere: Marco Polo

“Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi” – Rustichello da Pisa – Il Milione

Con siffatta premessa come non pensare di confezionare una suntuosa serie?
E soprattutto essendo ambientata nel Catai (leggi Cina), ottima occasione per rimediare grassi finanziamenti orientali.
Detto, fatto e  Netflix sforna 10 episodi con protagonista il nostro Lorenzo Richelmy.
Intendiamo non che sia un’idea nuova. Giuliano Montaldo nel lontano 1982 mise su un imponente fiction targata RAI in coproduzione con Cina, Giappone e America e ne ricavò un successo planetario.

Tornando a noi Marco Polo è un prodotto in cui si respira immediatamente “il milione”, e non certo il libro, ma la profusione di denari per realizzare il tutto.
Ambienti suntuosi, florilegio di costumi, abbondanza di comparse, tutte cose ormai poco diffuse nelle nuove serie con budget ridotti all’osso (viene da pensare all’ottima Battlestar Galactica “atterrata” per mezza stagione per ridurne i costi) ed è proprio questo uno dei punti di forza della serie.
Lo spettatore ama essere trasportato in mondi lontani e la risposta non deve essere necessariamente fantasy, basta guardare indietro alla nostra storia per trovare spunti notevoli e così i viaggi dio Polo e il suo rapporto con Kublai Khan diventano lo spunto ideale.

Resta comunque una serie decisamente “USA” e non certo per i ritmi narrativi, piuttosto blandi invero. 
La necessità di piazzarci delle scene di sesso, per dare il tocco piccante che ha fatto la fortuna di altre serie storiche, quella di inserire lunghi plot in stile Sentieri con torbide passioni, amori spezzati e intrighi dall’intreccio insospettabile.
Molti di questi passaggi sarebbero stati evitabili a favore di una narrazione più profonda dei luoghi e delle avventure.
Gli interpreti sono tutti all’altezza, compreso un sorprendente Richelmy, ma –sarà pure un luogo comune- a volte è estremamente difficile riconoscere le singole concubine / principesse interpretate da attrici cinesi truccatissime e quindi con tazze simili. Il problema diminuisce all’avanzare della narrazione, man mano che si acquisisce familiarità, ma all’inizio…

Sono i dialoghi, forse troppo Sentieri come si è detto, ad essere sciatti, piatti, ripetiti e piuttosto vuoti. 
Se soprassediamo ai continui intrighi e gelosie degni di Beautiful, rimane ben poco della storia cardine e di momenti indimenticabili. 
La prima puntata in cui Marco Polo viene lasciato in ostaggio alla corte del Khan, il duello tra quest’ultimo e il fratello per il controllo dell’Orda mongola, la conclusione finale con la scelta di Yusuf… troppo poco per un kolossal così immenso.
Certo noi, come il Maestro Cento Occhi, non ci siamo lasciati accecare dalle scene di combattimento, né distrarre dal clangore delle spade, altrimenti sarebbe stato tutto più facile.

Tuffatevi quindi nella lotta tra tartari e cinesi, scoprite se Kublai riuscirà a coronare il sogno del nonno Gengis ed unificare la Cina. 
Il figlio del Khan riuscirà ad uscire dall’ombra del padre? 
Le concubine e le principesse porteranno a termine i loro sordidi intrighi e Marco sopravviverà agli intrighi della corte del Khan (avendo letto “Il Milione” un’idea la potreste già avere).

Resta comunque un dubbio… perché alcuni chiamano il protagonista alternativamente Marco e messer Polo?
Lo scopriremo forse nella seconda stagione presto in partenza sempre su Netflix!