Ispirato ad un ritratto dipinto da Sebastiano Del Piombo e basato su versi e altri scritti del Cinquecento
Trama
Primo lungometraggio di Lucilla Colonna racconta cinquanta anni di Rinascimento italiano attraverso gli occhi della poetessa e nobildonna Vittoria Colonna (1490-1547). Donna di grande sensibilità e cultura, Vittoria conservava nella sua vasta biblioteca i testi pubblicati dal primo grande tipografo della Storia, Aldo Manuzio, sotto il marchio di stampa “Festina lente”. Ella conobbe e scambiò corrispondenza con le personalità più influenti del Rinascimento: Ludovico Ariosto, Pietro Aretino, molti regnanti, il cardinale Reginald Pole e frate Bernardino Ochino, che fu obbligato a fuggire in Svizzera dopo aver aderito alle idee di Lutero. Mise in discussione, con la sua vita e con la sua poesia, il ruolo tradizionalmente riservato alle donne, e riuscì ad ottenere grande stima dalla società maschilista di quell’epoca. Divenne amica e confidente di Michelangelo Buonarroti, che le dedicò alcuni dei suoi più struggenti sonetti, nei quali la magnificava con parole come queste: "Un uomo in una donna, anzi un dio, tramite la sua bocca parla".
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Festina lente
Festina lente
Archivio ..
2016 ITA
Biografico | Storico
Regia Lucilla ColonnaLucilla Colonna
Sceneggiatura Lucilla ColonnaLucilla Colonna
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Accedi per votare!Ispirato ad un ritratto dipinto da Sebastiano Del Piombo e basato su versi e altri scritti del Cinquecento
Trama
Primo lungometraggio di Lucilla Colonna racconta cinquanta anni di Rinascimento italiano attraverso gli occhi della poetessa e nobildonna Vittoria Colonna (1490-1547). Donna di grande sensibilità e cultura, Vittoria conservava nella sua vasta biblioteca i testi pubblicati dal primo grande tipografo della Storia, Aldo Manuzio, sotto il marchio di stampa “Festina lente”. Ella conobbe e scambiò corrispondenza con le personalità più influenti del Rinascimento: Ludovico Ariosto, Pietro Aretino, molti regnanti, il cardinale Reginald Pole e frate Bernardino Ochino, che fu obbligato a fuggire in Svizzera dopo aver aderito alle idee di Lutero. Mise in discussione, con la sua vita e con la sua poesia, il ruolo tradizionalmente riservato alle donne, e riuscì ad ottenere grande stima dalla società maschilista di quell’epoca. Divenne amica e confidente di Michelangelo Buonarroti, che le dedicò alcuni dei suoi più struggenti sonetti, nei quali la magnificava con parole come queste: "Un uomo in una donna, anzi un dio, tramite la sua bocca parla".
Francesca Ceci