Ant-Man and the Wasp: Peter Pan e Trilly nel Marvel Universe

Siamo “pre” Infinity War, e il finalino del film ce lo chiarirà in maniera inequivocabile, e Scott Lang è agli arresti domiciliari per aver aiutato Capitan America e i sediziosi in Germania.
Tagliato fuori dai suoi contatti con Hank Pym e Hope, nonché dai suoi super poteri, avendo distrutto il costume, Scott sembrerebbe allo sbando, ma gli eventi sono prossimi a precipitare soprattutto perché Hank non si è assolutamente scoraggiato nel cercare di ritrovare sua moglie Janet nell’universo quantistico.
Nuovi giocatori sullo scacchiere e sfide impossibili travolgeranno Scott a poche ore dalla possibilità di riacquistare la sua libertà.

Peyton Reed torna dietro la macchina da presa a tre anni dal precedente film e decide, grazie anche al contributo alla sceneggiatura dello stesso Paul Rudd, di virare nuovamente. Dopo il primo Ant-Man all’insegna dell’heist-movie (il classico colpo), stavolta ci catapulta nella commedia americana fatta di botte e risposte tra i due protagonisti, come si usava ai tempi di Doris Day. D’altrone Peyton lo aveva già fatto, piuttosto bene invero, 15 anni fa con il simpaticissimo Abbasso l’Amore.
Resta quindi l’appartenenza ad un genere del tutto diverso da quello atteso, la caratteristica principe di questo franchise ed anche la sua forza. Non è infatti una novità che sono proprio i film che escono dal seminato (quasi sempre se escludiamo Black Panther), quelli meglio riusciti.

L’alchimia tra Paul ed Evangeline è la nota vincente, a cui si aggiunge l’ottimo ritmo che tiene lo spettatore costantemente sulla corda.
Poco si aggiunge ai tasselli del Marvel Cinematic Universe (MCU - per chi ancora non lo sapesse), essendo anche questo Ant Man un po’ sulla cornice dell’affresco principale. Peraltro il sequel è nato dall’inatteso successo del primo, tanto da dover far scansare, un po’ anticipando e un po’ ritardando, Black Panther e Captain Marvel.

Cosa sarà dei nostri due protagonisti credo non sia chiaro ancora a nessuno, ma resta evidente che il loro successo e l’efficacia dei film, li porteranno a diventare sempre più presenti nella trama generale, nel frattempo non resta che divertirsi… molto.
E poi Ant-Man e Wasp potrebbero anche essere Hank Pym e Janet Van Dyne, perché le loro storie sono alla fine speculari a Scott e Hope, un gioco di incastri insomma.

Ah… è il primo film Marvel con una super eroina nel titolo… l’avevamo detto? No, tanto lo avevano già detto tutti.