Ave, Cesare!

I fratelli terribili, Joel ed Ethan Coen, rispolverano il loro humor nero per raccontare la Hollywood dei primi anni cinquanta. Il risultato è uno splendido pastiche di generi cinematografici di quell’epoca: western, musical, noir e melodramma. Ave, Cesare!, che si sarebbe potuto intitolare Ave, Hollywood!, è un dissacrante omaggio alla Mecca del cinema e ai suoi viziati, idioti, affascinanti e talvolta intelligenti protagonisti.

Eddie Mannix (Josh Brolin), unico essere raziocinante di tutto il film, dedica la sua vita a risolvere i continui disguidi che trasformano la Capital Pictures da Casa di produzione in un luogo di pazzi. Eddie è un uomo pacato, buono ma risoluto, ad eccezione del suo vizio del fumo nulla sfugge al suo controllo: un santo rinchiuso in un baraccone di follia e vacuità. L’eroe dei due cineasti statunitensi, proprio come il signor Wolf di Pulp Fiction, appiana qualsiasi problema, sì perché ogni film prodotto dallo Studio comporta grosse grane per Mannix: dall’ottenere la benedizione delle autorità ecclesiastiche per un kolossal a tema religioso al salvare una starlette dalla cattiva reputazione; dall’aiutare un cowboy cantante – che a malapena sa parlare – a diventare un “grande” attore drammatico, all’indagare sulla scomparsa di Baird Whitlock, l’idolo del pubblico rapito da un gruppo di sceneggiatori comunisti durante le riprese del peplum Ave, Cesare! …    

I geniali Coen, tratteggiando ogni personaggio in modo impeccabile, costruiscono un puzzle di eventi esilaranti, assurdi e, a ben vedere, molto più profondi di quanto possano apparire: la questione di Dio e la fede, la necessità di credere in qualcosa – che sia la parola di Cristo o il dogma del comunismo – sono il tema centrale di questa divertente e beffarda opera. Ave, Cesare! è una parodia della vecchia Hollywood e al tempo stesso un atto di ossequio verso un mondo di lustrini e paillettes, un film cinico e tenero, critico e nostalgico: uno scanzonato lavoro che solo i Coen potevano realizzare! I due registi avvicinano il classicismo senza per questo rinunciare alla loro moderna personalità, in quest’ultimo lavoro trattano infatti argomenti drammatici inondandoli di passione per l’esagerazione, di comicità, satira ed eccentricità: il tocco magico dei Coen.

In Ave, Cesare! sono magistralmente ricostruite le scene più famose del periodo d’oro del cinema americano, come il musical acquatico stile Esther Williams e quello marinaresco di Gene Kelly, il filone biblico di Cecil B.DeMille e il western di John Wayne. Ma quando tutto questo è ricreato dalle mani dei Coen, non ci si stupisce al vedere Channing Tatum in un ambiguo balletto tra marinai, o Scarlett Johansson alle prese con un costume da sirena: una continua derisione dei tempi andati velata da una toccante malinconia.

Ma ciò che maggiormente identifica i due fratelli è l’importanza che danno al destino, ogni personaggio in Ave, Cesare! va incontro al fato accettando la propria sorte, avversa o meno che sia, finendo per sfociare in uno sconfinato umorismo più nero della pece: lo stupido divo rapito, interpretato con bravura e ironia da George Clooney, ne è l’esempio lampante.

Ave, Cesare! funziona a perfezione, non sarà forse il miglior film dei Coen ma è comunque un eccellente lavoro: intrattenimento e fuga dalla realtà, anche questo è cinema!