Black Parthenope: non tutto è oro quello che ...

A leggere le intenzioni dei realizzatori di questo film, c'era da aspettarsi perlomeno qualcosa di originale. Tanto più che il racconto è completamente ambientato in un luogo pieno di suggestioni che compredono i rifugi della seconda guerra mondiale, le straordinarie vestigia di un passato lontano e i bassi napoletani (la visita guidata, nella realtà, finisce veramente in un ricostruito basso napoletano e, per chiunque si trovi anche per caso in questa straordinaria città, è un'esperienza da fare assolutamente). Invece qui di originale non c'è niente e tantomeno di suggestivo.

A partire dal primo minuto fino ad arrivare ai titoli finali sembra di assistere ad uno strazio dove i personaggi vanno e vengono senza alcuna motivazione e dove non si capisce perchè tutto questo caos parta, sempre ammesso che parta, dal fatto che dei tipi vogliano costruire un parcheggio in uno dei luoghi più tutelati al mondo. Un po' come vendere il Colosseo a gente che ci voglia aprire un fast-food.

Si potrebbe dire che il Cinema di genere non debba per forza essere attinente alla realtà. Però ci sono dei limiti che non si dovrebbero superare. Senza tener conto che il regista, alla prima prova da direttore nonostante una nutrita gavetta nello showbusiness, usì svariati linguaggi (graphic, film muto etc.) e tecniche (ogni inquadratura ha un senso se ha un senso) senza che ci sia uno stato d'animo corripondente. Come a dire: mo' vi faccio vedere quanto sono bravo. Anche gli attori sono continuamente sopra le righe ed, allo stesso tempo, assolutamente sfocati. Sembrano non avere uno sviluppo, nonostante dicano il contrario. E persino le credenze popolari ('o munaciello) che a sentirle raccontare in napoletano, fanno rimanere a bocca aperta, qui, perdono ogni forza attrattiva. Speriamo che 'a nuttata passi presto.

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