Colonia

Il regista tedesco Florian Gallenberger, vincitore del Premio Oscar per il Miglior Cortometraggio Live Action, Quiero Ser, torna al cinema con Colonia, un film più angosciante di tanti horror perché non parla di mostri o creature assetate di sangue ma di un orrore vero, autentico e tangibile: quello della dittatura cilena e ancor più quello di una setta religiosa di cui pochi forse sono a conoscenza e che, nonostante il disgusto che provoca, vale la pena conoscere.

Colonia è un racconto potente di amore e coraggio, le uniche armi con cui i protagonisti, interpretati dagli intensi Daniel Brühl ed Emma Watson, riescono a sopravvivere. Ma Colonia è anche rabbia, una rabbia che sale dalle viscere, che tiene incollati alle poltrone, preda della tensione più estrema, quella che non ti lascia neanche quando i protagonisti sono giunti vivi e vegeti alla fine del film. Quella che non ti abbandona perché i titoli di coda danno il colpo di grazia, ricordando che, nonostante lo sconcerto internazionale di fronte all'esistenza di tale orrendo lager, in Cile non cambiò nulla finché Pinochet rimase al potere.

E proprio il Cile, terra lontana, bellissima, dal sapore ancestrale, con le Ande che incombono sul paesaggio, è il protagonista silenzioso del film: un paese che conosciamo poco, vittima, come gran parte del Sudamerica, di una politica corrotta e di interessi internazionali che annientano la nazione.

Se nella parte iniziale viene delineata la situazione politica cilena degli anni '70, con Allende acclamato dal popolo e il successivo colpo di stato militare che portò Pinochet al potere, la narrazione si sposta poi nella colonia che dà il titolo al film: Colonia Dignidad, un posto dove, a dispetto del nome, la dignità era annullata e calpestata nel nome di un capo malato e crudele che guidò l'enorme fattoria per ben quarant'anni.

Ispirato a fatti realmente accaduti, il film intreccia la storia d'amore di Daniel e Lena con la devastante realtà di quel periodo in cui i dissidenti venivano imprigionati, torturati e uccisi e Colonia Dignidad fu teatro di questi orrori, complice Paul Schäfer, capo della setta ed ex nazista, catturato solo nel 2004 e condannato a 33 anni di carcere per migliaia di capi d'accusa tra cui anche abuso sessuale su bambini.

Il tema della prigione e della fuga è da sempre tra i più avvincenti e il regista, grazie all'ottimo montaggio, all'uso di inquietanti campi vuoti e alla suggestiva fotografia, ricrea perfettamente l'aura raccapricciante di terrore e mutilazione psicologica che aleggiava sulla colonia. Quella in cui Lena si reca per cercare Daniel dopo che la polizia lo ha caricato su un misterioso furgoncino. Quella in cui donne, uomini e bambini vivono separati, dedicandosi ai lavori nei campi le prime, all'insulto e alla deplorazione costante del genere femminile i secondi, e ai canti in tedesco i terzi.

Oltre a questo, si aggiunge il tema della cronaca, anch'esso decisamente appassionante, in quanto Daniel è un fotografo e le poche foto che riesce a scattare nei tunnel che strisciano sotto tutta la fattoria, sono l'unica arma che possiede per svelare al mondo intero quell'infamia. Non a caso, il regista ammette di essersi ispirato a film come Tutti gli uomini del presidente e I tre giorni del condor. Il risultato è altrettanto brillante e coinvolgente e rivela una sorta di sistema á la Magdalene Sisters, ancor più accentuato, deviato e devastante.

Daniel Brühl, che aveva già dato il volto a Nicki Lauda nel bellissimo Rush, torna in pista e interpreta egregiamente un ragazzo che sfida potere, torture e corruzione insieme alla donna che ama la quale, rovesciando i ruoli, è corsa a salvarlo, incurante del pericolo. Emma Watson, meglio nota come Hermione Granger, tenta di spiccare il volo lontano dalla saga che l'ha resa famosa e pian piano acquista maggiore incisività. Il cattivo di turno è l'ormai noto Michael Nyqvist, protagonista della trilogia svedese di Uomini che odiano le donne e villain di svariati film tra cui John Wick e Mission Impossible – Protocollo Fantasma.

Senza insistere oltre sulla trama, possiamo dire con assoluta certezza che Colonia è un ottimo film - sicuramente uno dei più interessanti e riusciti della stagione -, saturo di tensione e angoscia, che parla di amore e libertà, commuove e suscita l'ira peggiore, quella di chi non può fare altro che stare a guardare un orrore che si è consumato senza che nessuno facesse nulla.