Come diventare grandi nonostante i genitori

Sebbene i giovanissimi protagonisti Leonardo Cecchi, Eleonora Gaggero, Saul Nanni, Beatrice Vendramin e Federico Russo siano gli stessi di Alex & co, Come diventare grandi nonostante i genitori non vuole essere in alcun modo la trasposizione cinematografica della popolare situation comedy trasmessa da Disney Channel e Rai Gulp. Con Chiara Primavesi, Toby Sebastian ed Emanuele Misuraca che vanno ad aggiungersi al gruppo dei ragazzi, infatti, l’ottavo lungometraggio – se si esclude il collettivo Sei come sei - diretto dal milanese Luca Lucini parte dal duro colpo che si trovano a subire dal momento in cui la nuova preside del loro liceo decide di non aderire al concorso scolastico nazionale per gruppi musicali; arrivando addirittura a raddoppiare il lavoro quotidiano degli studenti quando i genitori corrono a protestare.

Preside cui concede anima e corpo Margherita Buy, la quale, già al servizio del regista in Nemiche per la pelle, rappresenta insieme a Giovanna Mezzogiorno il nome femminile di spicco di un ricco cast che, oltre al Matthew Modine di Full metal jacket nel ruolo di un ex arrangiatore musicale di successo ritiratosi a vita di campagna, include, tra gli altri, Roberto Citran e Ninni Bruschetta. Senza contare il Paolo Calabresi di Smetto quando voglio nei panni del titolare di un negozio di strumenti musicali ed al quale viene affidata buona parte delle battute volte a strappare risate allo spettatore dispensate dalla sceneggiatura a firma di Gennaro Nunziante, autore di tutti i lungometraggi interpretati da Checco Zalone, da Cado dalle nubi a Quo vado?; man mano che la combriccola attorno a cui ruota l’intera operazione decide di andare contro scuola, padri e madri iscrivendosi comunque al concorso musicale.

Battute che, però, si rivelano nella maggior parte dei casi incapaci di divertire, oltretutto complice una piatta regia totalmente inadeguata a valorizzarle e che, degna di una fiction destinata al piccolo schermo, tenta perfino di conferire all’insieme un tocco internazionale tirando in ballo una sequenza atta a miscelare disegni animati e live action. Aumentando soltanto la mole di uno scontatissimo pasticcio a base di banale sentimentalismo e belli e (im)perfetti il cui unico elemento veramente interessante può essere individuato nel messaggio volto a ribadire che i “no” sono più importanti dei “sì” ai fini del percorso di crescita... ma snocciolato attraverso un twist conclusivo che non può fare a meno di apparire inutile, soprattutto dopo la sequela di “perle” fornite dallo script (citiamo “Il contadino nutre il corpo, l’artista nutre l’anima”).