Conversazione su Tiresia: ironia e poetica di Andrea Camilleri

Il 5, 6 e 7 novembre, grazie alla Nexo Digital, arriverà nelle sale cinematografiche Conversazione su Tiresia, spettacolo teatrale scritto e interpretato dall’immenso Andrea Camilleri, andato in scena al Teatro Greco di Siracusa l’11 giugno 2018 davanti a 4000 fortunati spettatori. Mentre sfumano le voci dei Genesis, "Take a little trip back with father Tiresias", dal palcoscenico il celebre scrittore siciliano tuona: “Chiamatemi Tiresia!”, ed è in quel preciso istante che il pubblico comprenderà di essere in procinto di assistere a una performance strepitosa: un viaggio indimenticabile attorno e dentro la figura dell’indovino più temuto, chiacchierato e ambiguo di tutti i tempi.

Ma chi era, e cosa sappiamo, di questo veggente - figlio di Evereo e della ninfa Cariclo - di cui la mitologia greca, e non soltanto, si è tanto occupata? Una delle poche certezze è che Tiresia sia stato un uomo trasformato in donna e poi nuovamente in uomo, e che fosse non vedente, ma sull’origine della sua cecità le leggende raccontano storie diverse: fu punito dagli Dei perché andava in giro a svelare troppi segreti, o fu la Dea Atena, adiratasi con lui perché l’aveva scorta nuda, a privarlo della vista? Beh, a narrare e mettere in fila l’esistenza di Tiresia ci pensa il suo alterego Camilleri, che alla ‘tenera’ età di 93 anni, divenuto anch’egli cieco, si cala anima e corpo nella mente e nel cuore dell’indovino di Tebe per farlo rivivere in una notte stellata e magica, una notte che vorremmo non finisse mai.

Comodamente adagiato su una sedia, con indosso l’immancabile coppola e un paio di occhiali scuri, accompagnato dalle toccanti e mai invasive note del flauto traverso di Roberto Fabbriciani, il ‘padre’ del commissario Montalbano è Tiresia, e come tale si diverte a esporre la sua vita così come nei secoli venne descritta da numerosi poeti e autori. Con grande ironia Camilleri/Tiresia tira le orecchie a Omero, Esiodo, Sofocle, Seneca e Dante, rei di averlo tratteggiato nei modi più disparati. E non le manda a dire neppure al gotha dell’Olimpo, dove le diatribe tra Zeus ed Era ebbero un gran peso sul suo futuro. Certo è che si rimane incantati nell’ascoltare la poetica mista ad umorismo racchiusa nei dialoghi con cui il gigante di bravura Camilleri si rapporta ai suoi invisibili interlocutori. Sì, perché sia che si tratti di bacchettare illustri personaggi dell’antichità, o di lodare famosi scrittori di ogni epoca o lignaggio, quali ad esempio T.S. Eliot, Guillaume Apollinaire, Virginia Woolfe, Ezra Pound, Cesare Pavese, Jorge Luis Borges o Primo Levi, ciò che traspare dalle sue parole è un amore sconfinato per la letteratura, l’arte e la vita stessa.

Valentina Alferj, curatrice dell’intero progetto e agente letteraria dell’artista, spiega come per mesi Camilleri abbia studiato, imparato a memoria, dettato e cambiato il testo, e che una volta finito, insieme a lei lo abbia provato per settimane mattina e sera, bisbigliando, ritoccando, tagliando e aggiustando. Ora, immaginate un uomo cieco, di oltre 90 anni, che decide di lanciarsi in una sfida tanto faticosa: quale sarà il risultato di questa sana follia? Ebbene, il risultato è un vortice infinito di emozioni che vi catturerà dal primo all’ultimo minuto di proiezione, un "one man show" di altissimo livello, un’opera che vi accompagnerà a lungo e che difficilmente scorderete.

Diretto da Roberto Andò e Stefano Vicario, e prodotto dalla Palomar del sempre attento Carlo Degli Esposti, Conversazioni su Tiresia è un appuntamento irrinunciabile, magnifico e irripetibile… siete avvisati!