Creed

Gli "occhi della tigre" non ci sono più e anche quell'ingenuità che portò uno Stallone giovanissimo all'Oscar è sparita da tempo, travolta dal Dio Denaro e dalla necessità di macinare sempre e comunque qualsiasi mito.

Stallone e il suo Rocky avevano salutato il pubblico con quel piccolo gioiello inatteso che fu Rocky Balboa e i fans versarono più di una lacrimuccia... correva l'anno 2007...

Oggi sulle strade di Philadelphia troviamo un giovane nero, Adonis Johnson, con una fame di vittoria nemmeno paragonabile a quella dello Stallone Italiano. Un nuovo millennio ha bisogno di nuovi eroi e quindi ecco una sorta di yuppie post moderno, a cui non manca, in cerca di se stesso.

Ogni giovane americano, e non, potrà così identificarsi un quest'icona.

Il nero in realtà ha un nome sulle spalle molto pesante, quello del suo vero padre, Apollo Creed, e con esso la necessità di scacciarne il fantasma, visto che il ring sembra essere l'unico posto adatto alla sua indole.

Per farlo una sola via possibile: farsi allenare da Rocky Balboa!

Il cerchio è così chiuso, ritroviamo il nostro eroe, novello Micky, e tutti possono festeggiare, fans vecchi e nuovi.

Creed è chiaramente un'operazione commerciale, nemmeno troppo velata. La necessità di rinverdire un vecchio mito in un'epoca che, a parte i supereroi, ne ha veramente pochi.

Fortunatamente grazie al piglio del regista, quel Ryan Coogler che invece ha conosciuto fatica e gavetta, la sceneggiatura semplice ed ovvia, diventa un godibile film sul pugilato.

Proprio Stallone, alla sua terza giovinezza, da' al film quel tocco in più, quella sorta di amarcord che non lo rende un prodotto plasticoso ed inutile.

La figura che tratteggia deve molto a Burgess Meredith (sono praticamente coetanei nei ruoli) e umanizza il tutto con quella sua goffa semplicità ch fu la fortuna di Rocky.

Michael B. Jordan fa il suo senza grande sforzo facendo così dimenticare la pessima performance del suo antagonista, un ridicolo Tony Bellew.

Alla finesono più di 2 ore, ma passano in scioltezza e rivedere le familiari figure arrampicarsi sulla scalinata più famosa del cinema è sempre emozionante anche se non c'è più nessuno ad urlare..."Adriana!"