Favola, un avvolgente abbraccio al diritto di essere se stessi

C’era una volta un re... E invece no, c’era una volta Mrs. Fairytale: perfetta mogliettina americana anni ‘50 che abitava in una casa bomboniera dai colori pastello. Ma allora, direte voi, che fiaba è? Beh, Favola, opera d’esordio di Sebastiano Mauri sceneggiata con la collaborazione dell’attore perugino Filippo Timi – qui anche protagonista insieme a Lucia Mascino – è una tra le più divertenti, dissacranti, ironiche, curiose, brillanti e soprattutto intelligenti commedie italiane delle ultime stagioni, in una parola: favolosa!

Il film di Mauri, nella vita novello sposo dell’artista umbro - il matrimonio tra i due è stato infatti celebrato nel 2016 a New York -, nonostante nasca come adattamento cinematografico dell’omonimo spettacolo teatrale scritto in passato da Timi, non soffre di staticità alcuna, anzi: è un divertissement in continuo movimento dove l’evoluzione dei personaggi, il ritmo serrato delle gags, il perfetto montaggio e la dinamicità della regia fanno dimenticare al pubblico in sala di essere al cospetto di un’unica location. Cuore pulsante intorno a cui tutto ruota è l’irresistibile Mrs. Fairytale, un’impeccabile casalinga dalle coloratissime vaporose mise che trascorre le giornate imprigionata nei suoi sogni e nella sua infiocchettata e zuccherosa dimora. Dimora dove giornalmente incontra Mrs. Emerald, donna bionda, sensuale e apparentemente spensierata. Ma ben presto accadrà un evento imprevedibile, e le incrollabili certezze delle allegre amiche svaniranno come bolle di sapone...

Non bisogna farsi però ingannare dall’atmosfera glamour e frivola, sottolineata da un’estetica sfarzosa e volutamente artificiale, che ammanta l’intera opera, perché Favola ha l’enorme pregio di trattare con raffinata acutezza argomenti profondi e di grande attualità. Sì, poiché dietro questo surreale pastiche filmico in cui si ritrovano sia la tradizione cromatica dei melò di Douglas Sirk che la patinata eleganza di Todd Haynes, si cela l’abbraccio caldo e avvolgente degli autori verso ogni possibile orientamento sessuale. Ed è proprio grazie all’ironia, che Mauri e Timi riescono ad arrivare dritti al cuore e al cervello dello spettatore, anche di quello più restio ad affrontare temi ritenuti, forse per ancestrali paure, scomodi o ingombranti. La scelta di ricreare un’ambientazione anni Cinquanta è inoltre un puro tocco di genialità: mostrare in modo divertente l’auto-repressione della propria identità in nome di religioni e convenzioni sociali, porta infatti a far riflettere il pubblico sulla strada finora percorsa, e su quanta ne resti ancora da percorrere per raggiungere la libertà di essere se stessi.

Ondeggiando flessuoso su tacchi vertiginosi, Filippo Timi si cala a meraviglia nelle vesti della indimenticabile signora Fairytale, dimostrando ancora una volta, semmai ce ne fosse davvero bisogno, il suo grande talento artistico. E la bravissima Lucia Mascino, qui in tutto e per tutto simile alla splendida Kim Novak, nel ruolo di Emerald è pressoché perfetta, come ottimi nelle loro interpretazioni sono anche Luca Santagostino, Sergio Albelli e la ‘divina’ Piera Degli Esposti. Menzioni speciali vanno poi ai magnifici costumi di Fabio Zambernardi, alle azzeccate musiche di Pivio e Aldo De Scalzi (che a onor del vero non ne sbagliano mai una), alla stupefacente fotografia di Renato Berta, al superlativo montaggio di Osvaldo Bargero e alle incredibili scenografie di Dimitri Capuani. Ma il nome che andrebbe scritto a caratteri cubitali in cartellone è quello dell’eroina Lady: barboncino bianco di peluche che, al pari di un instancabile demiurgo, plasmerà il futuro di ogni personaggio.

Prodotto da Palomar con Rai Cinema, e distribuito dalla lungimirante Nexo Digital, Favola è una black comedy surreale che mette in scena dilemmi dannatamente veri, un lavoro arguto capace di far molto ridere e tanto riflettere. Nelle sale soltanto il 25-26 e 27 giugno: tre giorni da favola, garantito!