Ghostbusters

“Se c’è qualcosa di strano… chi chiamerai?”

Chi è la persona più felice del mondo per questo reboot?
Ovvio, Ray Parker Junior. Finalmente potrà mangiare di nuovo caviale con le royalties del suo più grande successo.
Perché fare una versione al femminile di quel piccolo gioiello che è Ghostbusters?
L’ovvia risposta Sony andrebbe a ravanare nell’idea del ribaltamento dei ruoli, del mutamento della società, della rivisitazione con occhio diverso…
Il cinico che è in tutti noi penserebbe a quante volte è naufragato il progetto di un Ghostbusters 3 (Murray ha rifiutato un’infinità di script) che poi con la morte di Harold Ramis (Spengler) è totalmente evaporato. Tra le tante ipotesi, anche se smentita, pare ve ne fosse anche una da realizzare con il gruppo di Seth Rogen, ma alla fine… ecco le quattro ragazze.

“Vuoi tu questo corpo?”

La prima cosa che salta agli occhi è lo “spessore” delle protagoniste. Bill Murray e Dan Aykroyd erano già star di loro, Harold Ramis un regista con inarrivabili tempi comici, solo il “povero” Ernie Hudson era una semplice spalla.
Qui abbiamo una rodatissima e bravissima comica, Kirsten Wiig, che però non ha mai portato da sola il fardello di un film, una star sopravvalutata, la McCarthy, il cui umorismo gretto mal si addice all’ambientazione degli Acchiappafantasmi, e due carneadi, la McKinnon e la Jones, poco più che comparse funzionali al loro status (la tech-modella e la nera strappa risate).
Ovvio che già così non si parte con i migliori auspici.

“Sei tu un dio?”

La trama ricalca, solo in parte, quella dell’originale. New York è improvvisamente invasa da presenze.
L’amministrazione non si può esporre e quindi, pur sfruttando le conoscenze del quartetto, non può apertamente appoggiarlo. Costruzione di una base, di una macchina, di una serie di gadget personalizzati e ovvio scontro con le mistiche forze.
Il tutto condito da un centralinista “manzo” (Thor) e varie macchiette di contorno Manca Zuul, manca il Mastro di Porta, manca l’aspetto romantico/commedia tenuto in piedi da una come nientepopodimenoche… Sigourney Weaver. Manca tanta, tanta roba.

“Noi redivivi, loro redimorti!”

Per puntellare questa traballante struttura, che a volte scivolerebbe addirittura nella noia, si è ricorsi a due soluzioni. La prima semplice: effetti speciali di prim’ordine che rendono i fantasmi praticamente veri. Applausi!
La seconda il piazzamento in ruoli cameo, di tutti (quasi tutti, manca Rick Moranis ormai lontano dalle luci di Hollywood) i protagonisti del primo film. Divertenti simpatici, ma anche un po’ malinconici a ricordarci quello che sarebbe potuto essere.

“Questa è la stanza da letto, ma qui non è mai successo nulla..”
“Che peccato!”

Ultima nota per l’uomo oggetto (il ribaltamento del ruolo che dovrebbe essere anche un tocco un po’ genialoide, ma che non fa che calcare la mano sull’effettivo utilizzo che si fa ad Hollywood dei corpi fimminili) che è Chris Hemsworth.
Personaggio fantastico nella sua cialtroneria, forse un po’ eccessivo, ma che nella scena del balletto fa veramente la sua statuaria figura.

E comunque se nessuno mai in tutto il film pronuncia la frase: “Mai incrociare i flussi!”, il risultato non può che essere un flop!