Human

In un mondo diviso tra modernità e tradizione, i nostri bisogni fondamentali rimangono gli stessi? Al giorno d’oggi, che significato ha il termine “essere umano”? Siamo davvero così dissimili gli uni dagli altri? Yann Arthus-Bertrand, celebre fotografo, dopo avere diretto nel 2009 Home, torna dietro la macchina da presa con un documentario che ci permette di abbracciare l’umana condizione e riflettere sul senso profondo della nostra esistenza: Human.

Il regista francese, in oltre due anni di viaggio, ha intervistato 2.020 persone di origini, idiomi, sogni e religioni diverse. Il risultato è una splendida opera emozionante e intimista, dove i mali dell’umanità – guerra, povertà, omofobia, immigrazione – si intrecciano indissolubilmente con il tema dell’amore e della felicità. L’approccio del film è apparentemente semplice: su sfondo nero si alternano i tanti volti dei protagonisti, le loro confessioni sono brevi, ma di una disarmante autenticità, testimonianze sincere che mettono in evidenza sia il nostro lato più oscuro, sia ciò che di più nobile è in noi. Ed è proprio questa immensa ricchezza del dialogo umano che si pone, e ci pone, nel cuore di Human.

Nonostante le oltre tre ore di proiezione lo spettatore non accusa fatica, anzi, rimane affascinato dalla naturalezza con cui ogni protagonista espone il proprio pensiero. Una prostituta filippina che spera in una vita migliore per il figlio, un bambino brasiliano che non perdona a sua madre di averlo venduto, un uomo senegalese che difende la poligamia, una ragazza indiana convinta che il sorriso sia l’unica lingua comprensibile da tutto il mondo e un immigrato siriano che chiede solo di poter vivere… Questo e tanto altro è Human: uno splendido affresco che ci pone faccia a faccia con l’altro, spingendoci a riflettere sulle nostre vite.

Arthus-Bertrand intervalla sapientemente i primi piani dei “testimoni” con indimenticabili immagini aeree in campo lunghissimo, carovane di nomadi nel deserto, mari in tempesta e fiumi che formano bizzarri disegni: momenti di ampio respiro che contribuiscono a rendere piacevolmente scorrevole l’intero film. La meravigliosa fotografia è poi accompagnata da un crescendo di arie musicali che completano alla perfezione le già emozionanti atmosfere create dal suo autore.

A questa incredibile impresa hanno lavorato 16 giornalisti, 20 cameramen, 5 montatori e un team di produzione di ben 12 persone. Per la prima volta, due organizzazioni senza scopo di lucro -  la Bettencourt Schueller Foundation e la GoodPlanet Foundation -  si sono unite per rendere possibile un progetto davvero eccezionale. Il documentario, costato 11 milioni di euro, per volere dello stesso regista è visibile gratuitamente su youtube: per chi ancora non lo conoscesse, questo è Yann Arthus-Bertrand!

Human sarà sul grande schermo soltanto per tre giorni, dal 29 febbraio al 2 marzo. Non lasciatevi sfuggire questa opportunità: osservare la Terra e l’umanità come attraverso un variegato caleidoscopio.