I babysitter

Senza perdere tempo, si comincia immediatamente con un esilarante incontro-scontro in ascensore tra Francesco Mandelli e il piccolo Davide Pinter (lo avete visto nel videoclip di Babbo Natale esiste di Fabrizio Moro); prima ancora di trovare scena un Diego Abatantuono che provvede a strappare risate fin dalla sua primissima apparizione.
Un Diego Abatantuono celebre agente dei campioni e nel cui studio, appunto, lavora come impiegato di ultimo livello l’ex “solito idiota” del piccolo e grande schermo, al quale affida il compito di fare da babysitter al capricciosissimo figlio quando si vede costretto ad assentarsi insieme alla moglie Francesca Cavallin per andare a ricevere un prestigioso premio al Gran Galà dello Sport.

Capricciosissimo figlio che è il ragazzino di cui sopra, nel corso di oltre ottanta minuti di visione che, diretti dal qui esordiente dietro la macchina da presa Giovanni Bognetti, sceneggiatore di Fuga di cervelli di Paolo Ruffini e Ma che bella sorpresa di Alessandro Genovesi, altro non sono che il rifacimento della commedia francese Babysitting – Una notte che spacca, realizzata nel 2014 da Nicolas Benamou e Philippe Lacheau.
E, affiancato da un Andrea Pisani fornito di videocamera, è proprio il citato Ruffini uno dei due amici del protagonista, talmente incoscienti da fargli festeggiare il compleanno trasformando la lussuosa villa abatantuoniana nella location di un party fuori controllo, tempestato di assurdi personaggi.

Party che viene in realtà progressivamente ricostruito dopo che, rincasata la coppia di proprietari, contattata dalla polizia il mattino successivo, il commissario Antonio Catania e il vice ispettore capo Francesco Facchinetti provvedono a mostrare loro il video in cui è immortalato tutto ciò che è avvenuto la notte appena trascorsa.

Quindi, alla narrazione da classica commedia si alternano abbondanti dosi di soggettive impazzite da found footage, man mano che entrano a far parte della vicenda anche la Simona Tabasco di cui Mandelli – oltretutto coinvolto in maniera inconsapevole in un bacio omosessuale – è perdutamente innamorato e il cugino di lei Luca Peracino.

Senza contare il grottesco pregiudicato incarnato da Alberto”Tiramisù”Farina, che porta la romanità in mezzo al campionario di situazioni oltre ogni limite spazianti da escursioni al luna park a corse per la strada a bordo di go-kart.

Tutte finalizzate, ovviamente, a divertire lo spettatore riempendo un’operazione che rischia soltanto di scadere nel cattivo gusto tramite la sequenza in cui si tenta di rianimare il pitone Van Basten... rivelandosi sufficientemente godibile ed alla quale, come già accennato, sono le battute e gli atteggiamenti irresistibilmente comici del fu “terrunciello” a giovare – distaccandola ulteriormente dal materiale di partenza d’oltralpe – in maniera particolare.