Il vegetale: Anche le piante hanno un cuore

Il Vegetale viene spacciato come il film di Rovazzi, ma ovviamente non lo è. E’ il film “con” Rovazzi, perché l’opera è di Gennaro Nunziante, che tutti conoscono per il suo fortunato connubio con Checco Zalone (e la valanga di incassi che ne è derivata).
Qui, lo sceneggiatore / regista pugliese, si mette al servizio di una commedia in perfetto stile Disney, o forse, meglio ancora, confeziona, con il suo tipico umorismo leggero e mai volgare, una perfetta commedia per la Disney, dove Rovazzi è uno degli ingranaggi: il perfetto archetipo del precario di oggi nemmeno tanto convinto delle sue possibilità e del suo futuro.

Fabio Rovazzi (si mantiene i suoi dati anagrafici) è un ventiquattrenne fresco di studi, nella pulsante Milano… il motore economico d’Italia, per dirla con le sue parole.
Purtroppo, per lui, questo motore non e vuole sapere di rifornirsi con il suo aiuto e resta così incastrato nel meccanismo della precarietà, quando gli dice bene.
Ad aggravare il tutto, un padre che lo considera un inutile vegetale e che si arricchisce con la nuova moglie grazie a speculazioni edilizie al limite della legalità.
Improvvisamente però ha un’opportunità con una primaria società: un assurdo stage che lo porterà sul Lago del Turano in un borgo rurale.
Sarà un’occasione per acquisire una nuova prospettiva… o forse no.

Una commedia leggera dunque che non pretende di trattare temi alti, ma di dare solo qualche spunto di riflessione e divertire tutta la famiglia.
Rovazzi sembra nato per la parte e quindi, anche se le sue capacità attoriali sono limitate, il regista lo sfrutta al meglio anche affiancandogli un maestro come Zingaretti.
L’appel del giovane factotum (regista, cantante, intrattenitore e ora attore) gioca una grande parte nel renderlo simpatico e nel far scorrere il film sui giusti binari, così che sia il suo pubblico di giovanissimi –Rovazzi è molto popolare tra i bambini della scuola primaria- che quello dei suoi fans più agguerriti, ne resterà soddisfatto.

Gennaro Nunziante si dimostra ancora una volta uno sceneggiatore in grado di fornire al pubblico una commedia fresca e divertente senza il ricorso alla volgarità e senza mai superare la linea del buon gusto, che oggi non è cosa da poco, anzi.