Io, Dio e Bin Laden… ma soprattutto Nicolas Cage!

Larry Charles è considerato uno sceneggiatore e un regista controverso, uno di quelli a cui piacciono i personaggi che annaspano nelle situazioni più assurde. A chi altri se non a lui sarebbe dunque venuto in mente di realizzare un film sulla vita di Gary Faulkner, un carpentiere cinquantenne che, munito di katana, Bibbia, occhiali per la visione notturna e qualche grammo di hashish si recò più volte in Pakistan al solo scopo di uccidere Bin Laden?

Gary (Nicolas Cage) è un ex detenuto disoccupato e diabetico che, a seguito di un’apparizione divina, comprende di avere una missione nella vita: fare giustizia e catturare una volta per tutte il leader di Al-Qaeda.

Dopo Borat e Il Dittatore, il filmmaker statunitense regala al pubblico Io, Dio e Bin Laden, un’opera colma di buone intenzioni che resteranno purtroppo schiacciate sotto il peso di diversi fattori negativi. Già, perché seguendo il protagonista nei suoi comici e surreali viaggi, se da un lato gli spettatori apprezzeranno la satira sul mito dell’eroe americano, dall’altro rimarranno forse delusi dal fatto che Charles non abbia spinto fino in fondo il piede sull’acceleratore della sana ‘presa in giro’. Ciò è indubbiamente un peccato, visto che la storia narrata nel film si sarebbe magnificamente prestata ad alti tassi di dialoghi, scene e gags straripanti di senso del politicamente scorretto, ma al cineasta di Brooklyn è mancato quel coraggio nell’osare, trasformando così di fatto la sua pellicola, seppur a tratti divertente, in un lavoro privo di mordente e di anima.

Il vero Gary Faulkner, raccontato nel 2010 in un articolo uscito su GQ a firma Chris Heath, viene descritto dai suoi amici come un uomo eccentrico, particolare, eccessivo ma non pazzo, quello interpretato da Cage è invece un personaggio ridicolo e folle che parla con Dio (Russel Brand) all’interno di un supermercato, in ospedale durante una seduta di dialisi o comodamente seduto in un bar mentre sorseggia una birra: un individuo convinto di essere il Prescelto, colui che eliminerà il deus ex machina che ha sconvolto la tranquillità del suo amato Paese e dell’intero pianeta Terra. Ed è proprio in questa forzatura che Io, Dio e Bin Laden trova il suo limite massimo, tanto nella struttura narrativa quanto nella messa in scena. Ma, nonostante qualche problema al montaggio e una sceneggiatura che stenta a decollare, l’ultima fatica di Larry Charles potrebbe comunque diventare nel tempo un cult movie grazie proprio a Nicolas Cage, che nel ruolo di Gary fa sfoggio di un'indimenticabile esuberanza e di un'autoironia da applausi.

Al cinema con Koch Media dal 25 luglio, Io, Dio e Bin Laden non sarà un capolavoro, né tantomeno un film da annoverare tra i migliori della stagione cinematografica, eppure… Eppure è un’opera genuina, un lungometraggio da vedere e, perché no, da assaporare con la giusta dose di popcorn.