Io sono... Doctor Strange

Ormai i collegamenti del MCU tra cinema e serie sono diventati imprescindibili.
Impossibile approcciarsi quindi al nuovo film sul Dr. Strange senza sapere ciò che è accaduto in Wanda Vision ad esempio, ovvero che Wanda ha controllato mentalmente una cittadina per crearsi una famiglia fittizia insieme a Visione.

Chi ha letto i comics della Marvel, sa bene che Wanda da semplice "suppellettile" dei Vendicatori (all'epoca erano chiamati così) è assurta a strega dai poteri di classe omega, praticamente come Fenice.
Ora Wanda trascorre una vita tranquilla, ma Strange dovrà contattarla per cercare il suo aiuto dovendo combattere entità multiplanari.

Dopo gli eventi dell'ultimo Spider-Man (ma anche di Loki, tornando in tema di serialità), il multiverso si è accorto della Terra, ma soprattutto esiste una ragazza -America Chavez- in grado di viaggiare liberamente tra le varie realtà i cui poteri sono ambiti da entità che li potrebbero usare per sovvertire la realtà.

Sam Raimi torna al timone di un Marvel cinecomic dopo esser stato l'apripista e diciamocelo, meno male. Ritmo, durata e personaggi sono decisamente superiori alla media.

Il vero tema però è il fatto che Marvel Studios abbia preso coscienza di un fatto chiaro a tutti gli spettatori: Iron Man, o meglio Robert Downey, era il cardine di tutto e una figura carismatica, egomaniaca e ironica è stata la chiave del successo.
Ne serviva una nuova e sembrerebbe Benedict Cumberbatch, alias il Dr. Stephen Strange, il nuovo fulcro. D'altronde l'attore britannico è chiaramente una spanna sopra tutti e si mangia la scena con chiunque. Riesce a rendere credibile un personaggio che di fatto è il mago Silvan vestito da Balanzone.

Visivamente spettacolare, sorprendente per molti aspetti e sicuramente divertente questo nuovo tassello del MCU è sicuramente da non perdere.

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