Jem e le Holograms

Chi è Jem (e le Holograms)?
La maggior parte dei quarantenni ricorderà il cartone animato che ha vissuto tre stagioni (ma a furia di repliche ben di più) sugli schermi di tutto il mondo, ma in realtà si trattò di una delle prime massicce operazioni commerciali della Hasbro.
Jem e le Holograms nascevamo infatti come bambole, nelle cui confezioni era inclusa una cassetta con 3 brani. Il lancio sul grande schermo, e la trasformazione delle canzoni in videoclip, ne aumento la popolarità a dismisura (e le vendite).

Oggi, ricalcando un’operazione, che già con i Transformers e i G.I. Joe ha avuto un buon successo, Hasbro scodella un film che potrebbe essere l’apripista ad una nuova vita di Jem.
Trovata in Audrey Peeples, e nelle sue abilità canore e di performer, l’Hanna Montana del momento, i produttori sognavano, è il caso di coniugare al passato, la nuova icona pop.
Male!

La storia si discosta un po’ da quella che conoscevamo dalla serie televisiva. Jem non è la proprietaria della Starlight, ma una loro scoperta. Il computer Synergy (Energy in italiano) è ora un robottino in stile BB-8, ma per il resto è sempre lei: una ragazza alla ricerca del suo io interiore.

La Peeples (che comunque porta a casa la pagnotta) continuerà ad essere ricordata per la sua partecipazione a Sharknado, le sue sorelle… nemmeno per quello e poi lui Rio Casamia, l’universale! Scherzi a parte Ryan Guzman, reduce dai vari Step Up, diventa “l’uomo” della situazione con tutto il bagaglio di ovvietà che questo comporta.

Ora se il progetto è così terribilmente agghiacciante di chi è la colpa? Del regista Jon M. Chu (non nuovo a disastri simili come G.I. Joe – La vendetta) uomo da produzioni molto “young” tipo i vari Step Up? Di certo c’è che ha anche affossato il sequel di Now You See Me – girato dopo questo invero – quindi un serial flopper a tutti gli effetti.
Oppure dobbiamo prendercela con Ryan Landels, l’abile sceneggiatore che ha dato vita a dialoghi memorabili come “una brutta foto vive più a lungo dei vampiri”, o passaggi drammatici come l’ologramma del padre di Jem tirato fuori di peso da My life – Questa è la mia vita?

Tutto il “pacco” è decisamente adatto a un dopo pranzo su Italia 1 e nulla di più. L’ovvietà della trama, unita ai tristi siparietti sul palco e a dialoghi ancor più imbarazzanti sono resi maggiormente irritanti dal taglio giovane dato al montaggio grazie a riprese con la videocamera, schermate di Instagram, chat on line e boutade di questo tipo.
Anche la musica è pessima, almeno Rock of Ages aveva le canzoni dei Guns ‘n’ Roses…