La favorita: Lei è meglio di me

Inizio del XVIII secolo, la regina Anna è al trono del Regno Unito. Il momento storico è particolarmente complesso. L’Inghilterra è in guerra con la Francia (e quando non lo è stata) per supportare la successione tedesca che impatta negli equilibri con la Spagna.
La regina non ha eredi, soprattutto a causa delle sue precarie condizioni di salute, e gli Stuart - di Scozia - perderanno così il trono a favore degli Hannover, in quanto il Parlamento aveva votato una mozione per impedire ai cattolici di salire al trono.
In tutto questo la lotta tra Whig, a favore della guerra, e Tory, contrari, era particolarmente accesa.

La favorita della regina era Lady Sarah Marlborough, moglie del Lord Capitano Generale. La scelta face salire le “quotazioni” dei Wigh a dispetto dei Tory, normalmente favoriti dalla Regina stessa.
In questo contesto politico e sociale prende vitta il film di Yorgos Lanthimos, esattamente nel momento in cui entra in questo delicato gioco Abigail Masham, cugina di Lady Sarah, caduta in disgrazia e determinata a ricavarsi la sua posizione al sole a dispetto di tutto e tutti.

Il film ha l’aspetto di un dramma storico, ma non lo è per diverse ragioni, la prima delle quali è l’accuratezza. Al regista non interessa minimamente restituirci un quadro preciso degli eventi e delle dinamiche, anche perché di fatto non esiste, soprattutto sulla vita privata di quella che era una delle regine più potenti del tempo.
Lanthimos utilizza l’affresco di insieme come un fondale su cui far muovere le psicologie dei suoi personaggi, la piccolezze dell’animo umano, la debolezza dei potenti.
Le figure sono realmente esistite, come i loro interessi e gli esiti finali, ma quelle che vengono date come certezze sono piuttosto delle supposizioni.

L’aggettivo più corretto per definire il film è: morboso
Il rapporto lesbico tra le protagoniste, più strumentale al potere per alcune di loro, è qualcosa di cui si suppone, ma che di certo nessuno storico dell’epoca avrebbe mai messo nero su bianco, come anche alcune dinamiche molto moderne.
Il punto quindi diventa… ce ne importa qualcosa?
Probabilmente no. Quello che ci dovrebbe interessare è dove la storia arriva e come ci arriva. D’altronde i mezzucci, le piccole vendette, la violenza mentale sono tutte cose molto attuali anche se qui diventano sin troppo morbose, appunto.

Se tagliamo il finale di buoni 3 minuti, che sarebbero potuti essere decisamente più esplicativi anche per levarci qualche curiosità, se sopportiamo qualche passaggio, possiamo comunque apprezzare un film girato con grande perizia e con l’uso di ottiche sbilancianti, su tutti il grandangolo, che narrano già di per se una situazione del tutto particolare.

Per chi volesse saperne di più:
Alla fine della fiera Anna Stuart non ebbe eredi e gli successe Giorgio I di Hannover legando la monarchia inglese a quella tedesca.
Il film si conclude nel 1711, più o meno, 3 anni prima della morte di Anna.

La Guerra venne chiusa con un trattato di pace fortemente voluto dalla Regina nel 1713.
Dopo che il Duca di Marborough fu rimosso dall’incarico e accusato di peculato, si allontanò dall’Inghilterra insieme alla moglie Sarah migrando tra le varie corti europee dove vennero sempre accolti con grandi onori.
Tornarono in patria alla morte della regina dove ripresero potere grazie al nuovo Re al cui fianco aveva combattuto il Duca.
Tra i discendenti di Lady Sarah Marlborogh troviamo Sie Winston Churchill e la Principessa Diana.

Abigil Masham fu fatta baronessa e al marito venne dato un importante comando. Ha goduto dei favori della Regina fino alla sua morte, dopodiché si ritirò dalla corte. Morì nel 1734.