La vita in un attimo: il creatore di This Is Us rilegge il suo capolavoro televisivo sul grande schermo attraverso le note di Bob Dylan

Life itself - titolo ben più adatto del semplicistico La vita in un attimo - parte dalla storia di Will (Oscar Isaac) ed Abby (Olivia Wilde), innamorati ed in procinto di avere un figlio, quando una terribile tragedia si abbatte sulle loro esistenze, condizionandole inevitabilmente e per sempre.
Sfruttando in maniera impeccabile e significativa tutti gli elementi a sua disposizione, Dan Fogelman confeziona un'opera pregevole e particolare, una sorta di concentrato di grandi emozioni (probabilmente più adatto ad un pubblico femminile) che si sviluppa in un ampio arco temporale ed assume le fattezze di un cerchio quasi perfetto, il cosiddetto cerchio della vita.

Il regista e sceneggiatore statunitense ha infatti al suo attivo un prodotto come This Is Us, al quale la pellicola è evidentemente associabile (nonché debitrice): a partire dalla struttura in capitoli, passando per la serie di personaggi tra loro collegati e per le varie tematiche affrontate, dalla famiglia alla maternità, dall'amore alla tragedia, fino ad arrivare ad un certo tipo di stile che sembra riuscire a mescolare realismo e poesia con un equilibrio a dir poco sorprendente.
Ognuna delle figure in scena tende a rappresentare un particolare tipo umano, ma via via che la narrazione procede, seguendo un proprio percorso personale, i lineamenti si modificano, si evolvono, si confondono, così che risulta difficile riconoscere chi sono gli "eroi" o i "cattivi" della storia, come nella vita di tutti i giorni le apparenze possono ingannare.

La sceneggiatura è semplice eppure toccante, condita qui e là da sprizzi di originalità che rendono La vita in un attimo così pregevole. Basterebbe la voce fuori campo che accompagna lo spettatore per tutta la durata e che depista, mescolando le carte in gioco, come ci trovassimo nel metacinema (per cui viene subito da pensare a Vero come la finzione), a dare quel tocco in più, a rendere la pellicola tra le migliori del genere.

Senza dubbio parte della buona riuscita deriva anche dalla suggestiva colonna sonora, in cui Bob Dylan con la sua Make you feel my love ha un ruolo fondamentale: inserita nell'album (Time out of mind) considerato di rinascita per il cantautore statunitense, la canzone fece molto discutere all'epoca per il suo senso di speranza, quasi contraddittorio rispetto alle altre tracce; così il discorso può benissimo adattarsi a ciò che fa la vita ai protagonisti del film (e al resto del mondo), tentando spesso e volentieri di spezzarli, di metterli in ginocchio, ma basta un piccolo passo avanti per rendersi conto che l'amore è dietro l'angolo, che sia quello di un compagno, di un genitore o di un estraneo. Ed è proprio quell'amore a costituire uno dei tasselli fondamentali che compongono il puzzle che è ogni eesere umano.

Splendide le prove attoriali del cast al gran completo, a partire dalla bella coppia Isaac-Wilde, passando per un quasi rinato Antonio Banderas, sino ad arrivare ai meno noti Sergio Peris-Mencheta e Laia Costa, ai quali si devono alcuni dei momenti più commoventi del film