L'amore infinito – Recensione di “Le Fidèle”

Dovremmo credere a Michaël R. Roskam, il regista, quando dice che, in maniera ampia, le fonti del suo nuovo film sono Heat-La Sfida e Un Uomo, Una Donna, quindi il thriller americano e la grande storia d'amore alla francese. E, visto che il film l'ha fatto lui, ha ovviamente ragione. Ma se ci possiamo permettere, qui d'americano c'è poco e niente perché se proprio vogliamo trovare un appiglio per tutto ciò che non sia la love story, è da ricercare in quei noir francesi dove il criminale è sempre un bel dannato che, in fondo in fondo, perdoniamo sempre.

Strutturato in tre parti (forse i tre atti della tragedia greca?), il racconto ha un crescendo inarrestabile che sfocia in un gran finale che ovviamente non vi diciamo. Merito del regista, del direttore della fotografia (creatore di un'atmosfera che, pian piano, diventa sempre più cupa) e, ovviamente, dei due attori che riescono a non cadere nel tranello di sconfinare sopra le righe. C'è da dire che nonostante, a tratti, tutto sembra succedere troppo velocemente, la storia tiene, comunque, in maniera invidiabile e i due personaggi principali entrano con merito in quell'immaginario popolato da coppie leggendarie che ci hanno fatto amare il Cinema.

Ambientato in una Bruxelles che sta a metà tra Maranello e quel luogo dove si svolgono tutte le storie strazianti che sanno di francofono, Le Fidèle sorprende anche per le soluzioni tecniche che adotta, come quel piano sequenza drammaticissimo che cambierà il corso del racconto.

Un film che sarebbe veramente un peccato lasciarsi scappare.