Mamma o papà?

Quando la coppia scoppia, marito e moglie tendono solitamente a farsi la guerra per decidere chi dovrà ottenere la custodia dei figli.
Ma non sembra essere il caso di Valeria Mozzati e Nicola Vignali, i quali, rispettivamente con le fattezze di Paola Cortellesi e Antonio Albanese, dopo aver deciso di porre fine alla storia d’amore iniziano una lotta senza esclusione di colpi nel tentativo di affibbiare l’una all’altro (e viceversa) i loro tre ragazzi: Matteo, Viola e Giulietto, ovvero Luca Marino, Marianna Cogo e Alvise Marascalchi.
Lotta senza esclusione di colpi in cui questi ultimi vengono continuamente spinti dal padre a preferire la madre e dalla madre a preferire il padre, tra una imbarazzante irruzione di lei ad una festa di giovanissimi, un’escursione di lui (con Viola al seguito) all’interno di un locale di spogliarelliste, una gara di scacchi con “grezza” in agguato ed una capatina dagli esiti non proprio positivi a paintball.
Lotta senza esclusione di colpi che, per mettere in piedi Mamma o papà?, Riccardo Milani – regista di Benvenuto presidente! e Scusate se esisto! – deriva in realtà dalla co-produzione tra Francia e Belgio O mamma o papà, diretta nel 2015 da Martin Bourboulon.

Non a caso, è facile intuire che la comicità cui si fa spesso ricorso durante la oltre ora e mezza di visione non possieda nella maggior parte dei casi le caratteristiche tipiche di quella sfruttata nelle commedie italiane, tra un criceto che ne subisce di tutti i colori manco si trovasse in un film dei fratelli Farrelly (quelli di Tutti pazzi per Mary e Amore a prima svista, per intenderci) e piatti di pasta accidentalmente avvelenati con detersivo.
Tutte gag che, il più delle volte, anziché strappare risate riescono solo nell’impresa di trasmettere una certa sensazione di cattivo (retro)gusto (come la stessa idea alla base del plot); man mano che troviamo in scena anche Matilde Gioli nei panni di un’infermiera che inizia una tresca con Nicola, Claudio Gioé ed il mai disprezzabile Carlo Buccirosso in quelli di un collega e dell’odioso capo di Valeria.

Tutti personaggi che, come pure la coppia di amici formata da Roberto De Francesco e Stefania Rocca, vengono dimenticati strada facendo dalla sceneggiatura scritta da Giulia Calenda insieme agli stessi Milani e Cortellesi, in quanto resi protagonisti di sottotrame che non sembrano possedere alcun finale una volta che si giunge ai titoli di coda. Ai quali, accompagnati dalla Papà e mammà dell’Equipe 84 che appare quale unico pezzo usato a dovere in una colonna sonora di vecchie hit comprendente Whatever you want e Bad reputation, si arriva, oltretutto, permeati dalla forte impressione di aver appena assistito ad una piuttosto soporifera fiction destinata al piccolo schermo.