Moschettieri del Re

Veronesi aveva già tentato di maneggiare il mito, quello western per la precisione, con Il Mio West. Il fido Pieraccioni, una bella femme fatale come Alessia Marcuzzi e due assi come David Bowie e Harvey Keitel. Un cast pazzesco per unfilm che si può annoverare tra i peggiori di quel decennio, e forse anche oltre.

Rieccoci qui con un altro mito, quello dei 3 Moschettieri. Il film cappa e spada per eccellenza (dopo Scaramouche forse) e Veronesi con un altro cast pazzesco: Favino, Papaelo, Mastandrea, Rubini, la Buy e la Solarino e... indovinate un po'? Irritante oltre ogni aspettativa.
La scelta di rivisitare il mito con un tono da commedia è terribile, anche se bisogna riconoscergli che la parlantina di Favino è una gran bella invenzione.
Il problema che al di la di un'idea, la vecchiaia, ma d'altronde anche in "Vent'anni dopo" si sfiorava l'argomento, non c'è nulla, a partire dalla scenografia sacrificata sull'altare del budget a favore di grandi prati e campagne.

La missione è un McGuffin per rimettere insieme i quattro protagonisti così da poter dissertare sul nulla. Non è Amici Miei, non è La Maschera di Ferro... effettivamente non è nulla se non un'enorme perdita di tempo pomposa ed egoriferita. Il fondo si tocca nella citazione dei fratelli Taviani, che immagino verrebbe giustificata parlando del cinema che ci ha formato.

I quattro eroi si spendono come possono  ed hanno anche una bella alchimia, ma sotto sotto anche loro si rendono conto di dove si trovano... in campagna.

Da evitare come la peste