Nick Hornby + Andrea Molaioli = SLAM – Tutto per una ragazza

La penna e l'estro di Nick Hornby e la regia di Andrea Molaioli, due volti freschi del cinema italiano e due volti noti dello stesso, una location unica e inconfondibile come Roma, l'amore giovanile, lo scorrere del tempo che fa le bizze et voilà, il gioco è fatto.

SLAM – Tutto per una ragazza arriva prepotentemente sugli schermi italiani e si rivela fin da subito un'opera fresca e dinamica, originale, accattivante ed emozionante, che dosa in maniera assai valida ironia e comicità di certe battute e/o sequenze e sopraffazione degli eventi, con tutte le riflessioni che ne scaturiscono, sia nei personaggi che nel pubblico. I giovani Ludovico Tersigni e Barbara Ramella funzionano egregiamente e sono affiancati da Luca Marinelli e Jasmine Trinca, genitori di Samuele decisamente squinternati e per questo spassosissimi, e Pietro Ragusa e Fiorenza Tessari, madre e padre rigorosi e altolocati di Alice.

La storia ruota intorno ai due protagonisti e alle scelte che condizioneranno le rispettive vite ma saranno un sinonimo di grande coraggio e responsabilità. Samuele e Alice vengono infatti a patti con il destino che aveva già segnato Antonella, mamma di lui, rimasta incinta a sedici anni. Una bella batosta. Che i due ragazzi affrontano senza remore, senza tirarsi indietro, con alti e bassi, certo, ma con una maturità che li fa emergere dall'apatia in cui la categoria sembra essere affondata da più generazioni.

Il film di Molaioli, diverso dalle sue precedenti produzioni ben più impegnative, ovvero La ragazza del lago e Il Gioiellino, è un vero fulmine a ciel sereno: è un'opera che al tipico impianto della commedia made in Italy, unisce il sapore british mediante il racconto in lingua originale dell'autobiografia di Tony Hawk, leggendario skater che molti non hanno mai sentito nominare ma che per gli appassionati di skateboard è una sorta di supereroe da imitare pedissequamente. Le vicende di Hawk, di cui Samuele ha un poster in camera, seguono parallelamente la storia del giovane protagonista, quasi confondendosi con essa in un abbraccio strettissimo, a tratti morboso.

L'aspetto tuttavia più originale e riuscito del film è quello dei bruschi salti temporali con cui Samuele si trova ad avere a che fare a più riprese, in una serie di esilaranti sequenze.

Scritta a sei mani da Francesco Bruni, Ludovica Rampoldi - tra le superbe autrici di Gomorra – La serie – e lo stesso Molaioli, la sceneggiatura è un vero gioiello che mescola abilmente tematiche attuali e universali al tempo stesso, mantenendo un ritmo brioso per tutta la durata della narrazione e regalando continue sorprese allo spettatore. Non solo: il film di Molaioli convince anche dal punto di vista stilistico, vedi per esempio la soggettiva iniziale dello skateboard che sfreccia per le strade di Roma o gli effetti ipnotici con cui rappresenta le stranezze temporali che investono il malcapitato protagonista.

In SLAM – Tutto per una ragazza si parla di skateboard, disciplina affascinante e pericolosamente acrobatica ma fortificante sia fisicamente che psicologicamente – il protagonista dice infatti “skate è fare il meglio che puoi” - e si parla di adolescenza, intesa come passaggio delicato, a volte anche traumatico, all'età adulta. Si parla di gravidanze inaspettate ma portate avanti con coraggio e responsabilità e si parla di genitori, quegli adulti che dovrebbero guidare nella crescita ma talvolta sono meno maturi dei rispettivi figli.

E soprattutto si parla di amore: un amore a prima vista che si lascia e si riprende conducendo i due protagonisti in una danza eterna fatta di baci appassionati, discussioni, stupore, ripensamenti, tenacia. Ingredienti imprescindibili dell'amore con la A maiuscola.

Il tutto è condito da una colonna sonora sostanzialmente rock, firmata da Teho Teardo, cui si aggiungono brani dei Pixies, di Buddy Holly e dei Lukas Graham, solo per citarne alcuni.

Divertente, acuto, ironico, SLAM – Tutto per una ragazza lancia anche un messaggio positivo: un bambino non è mai una disgrazia. Un bambino a 16 anni è sinonimo di difficoltà, inutile negarlo, ma a volte i giovani tanto bistrattati possono dimostrarsi estremamente responsabili e questa storia ne è la prova. Non è un caso che tra i vari programmi disponibili via satellite ve ne sia anche uno intitolato “Sedici anni e incinta”. Succede, i ragazzi dovrebbero usare le dovute precauzioni e trattare il sesso in maniera meno avventata ma non tutte le gravidanze inattese vengono per nuocere. Samuele e Alice lo sanno, accolgono il loro piccolo con amore, lo crescono con altrettanta cura e crescono loro stessi, facendo un lungo, dolcissimo, divertente ed emozionante viaggio di formazione.