Nureyev: tra bellezza selvaggia, armonia muscolare e genio ribelle

Esistono uomini destinati a vivere in eterno, alcuni per le loro scoperte scientifiche, altri per avere compiuto imprese storiche, altri ancora per le grandi doti artistiche dimostrate nei propri lavori, come numerosi pittori, scultori, poeti, cantanti, registi, scrittori, compositori e musicisti. Beh, Rudolf Nureyev era ‘soltanto’ un ballerino, eppure… eppure, nel firmamento degli "Immortali" il suo nome troverà sempre un posto d’onore. Per chi abbia avuto l’immensa fortuna di vedere il danzatore russo volteggiare sul palcoscenico sarà infatti facile intuire il motivo per cui sia diventato un’icona indiscussa del XX secolo, un mito destinato a perdurare nel tempo. Sì, perché stando alle parole di Margot Fonteyn: “Rudy non era un ballerino, era la danza stessa”. A 25 anni dalla sua scomparsa, avvenuta per Aids il 13 gennaio 1993, la coppia di registi David e Jacqui Morris, fratello e sorella, celebrano il “tartaro volante” realizzando un commovente e splendido documentario a lui dedicato: Nureyev, in sala con Nexo Digital solamente il 29 e 30 ottobre.

Grazie a rari video e immagini di repertorio (la Rudolf Nureyev Foundation ha accordato ai cineasti l'accesso a circa 20 scatole colme di vecchi nastri VHS dove erano incluse anche riprese inedite delle sue esibizioni più all'avanguardia), all’utilizzo di voci fuori campo, a sequenze interpretative di danza ideate da Russell Maliphant (coreografo del Royal Ballett) e a filmati d’epoca dell’Unione Sovietica di Stalin, i due filmmakers riescono a raccontare in maniera originale, anche se rischiosa, il viaggio umano e artistico di Nurejev: l’uomo che con i suoi indimenticabili salti osò sfidare la forza di gravità. La sua storia, che pare uscita da un romanzo dell’ottocento, ha dell’incredibile. Nato nel 1938 a bordo di un treno della famosa linea transiberiana diretto da Ufa a Vladivostok - città in cui lavorava il padre, militare di carriera -, il piccolo Rudolf visse un’infanzia non proprio agiata, anzi, di famiglia poverissima, fu costretto a indossare il malconcio cappotto passatogli dalla sorella maggiore, venendo per questo soprannominato ‘il mendicante’. Ma all’età di sei anni entrò a far parte di un gruppo di danza folkloristica, e da quell’istante il ‘mendicante’ ebbe ben chiaro il suo futuro: non avrebbe vissuto un solo giorno senza ballare.

Attraverso i ricordi e le testimonianze dei suoi amici e colleghi più stretti, e le interviste fatte allo stesso Nurejev da illustri presentatori televisivi quali Dick Cavett e Michael Parkinson, lo spettatore potrà rendersi personalmente conto del carisma che il ‘genio ribelle’ emanava. La sua figura, straordinariamente magnetica, è stata infatti spesso paragonata a quella di una pantera: bellezza selvaggia, armonia muscolare e determinazione ferrea. La forza di volontà, che lo ha contraddistinto fino ai suoi ultimi giorni, è ben rappresentata in queste sue parole: “La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predisposizione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino; intrapresa questa via non si può tornare indietro. E’ la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei… quando smetterò di vivere”.

Durante la proiezioni si assisterà ai momenti più importanti nell’esistenza di Nurejev: le umili origini e gli esordi della sua carriera; la fuga in Occidente, avvenuta il 17 giugno del 1961 durante una tournée del Kirov a Parigi, nel pieno della Guerra Fredda; il suo sodalizio artistico con Margot Fonteyn, di 20 anni più grande di lui; l’amore per il suo compagno Erik Bruhn, danzatore, coreografo e attore danese; il ritorno in patria nell’era di Gorbaciov; il periodo finale della sua vita in cui, dal 1983 al 1990, fu direttore dell’Opéra di Parigi.

Accompagnato dalla colonna sonora del pluripremiato compositore Alex Baranowski, il magnifico ed emozionante lavoro dei fratelli Morris (loro il bellissimo documentario sulla vita del famoso fotoreporter Don McCullin) ci presenta un uomo complesso, al di sopra di qualsiasi stile, un artista restio - sia nella vita privata che nel ballo - ad ogni regola imposta, un ballerino capace di rivoluzionare il concetto di danza. Rudolf Nureyev: un essere affascinante, e apparentemente invulnerabile, alla spasmodica ricerca della perfezione e della libertà, che per lui altro non era che la possibilità di danzare in eterno!