Scamarcio è Lo Spietato: nella Milano da bere vince chi ha più sete

Rapine, sequestri di persona, furti d'auto su scala industriale, business miliardario della droga, riciclaggio di denaro sporco, esecuzioni a sangue freddo e… Lo Spietato Santo Russo: boss dalla mentalità manageriale in perenne ricerca di quella rivincita sociale a lui da sempre negata. Renato De Maria, ispirato dalla lettura del romanzo nero ‘Manager calibro 9’ di Colaprico/Fazzo - in cui si racconta la vera carriera criminale di Saverio Morabito, il pentito che ruppe per la prima volta l'omertà della 'ndrangheta di Platì migrata al Nord -, realizza un’opera di genere poliziottesco dove ironia, violenza e sguardo beffardo verso il mondo dorato degli “intellettuali radical chic” si mescolano a pennello: un ritratto tragicomico di un uomo in bilico tra sogno borghese e vita da spietato.

Il film inizia nel 1990, con l’immagine di Santo (Riccardo Scamarcio) che osserva la Madonnina del Duomo di Milano dal suo lussuoso attico nel centro città, per poi fare un salto temporale fino al 1967, anno dell’arrivo nella metropoli meneghina del giovane calabrese di Platì. Riformatorio, piccoli atti delinquenziali, affiliazione alla ‘ndrangheta, spaccio di eroina, omicidi, ricchezza, potere, moglie (Sara Serraiocco) e amante (Marie-Ange Casta) segneranno l’ascesa criminale di Santo, diventato ormai leader indiscusso di un universo amorale, proprio come immorale è la sua stessa anima.

De Maria, che già nel 2015 con il documentario Italian Gangsters si era interessato al tema della malavita, mette qui brillantemente in scena la caleidoscopica realtà della Milano da bere, caratterizzata da: percezione di benessere diffuso, soldi facili, rampantismo ambizioso e opulento dei ceti sociali emergenti, arte d’avanguardia, luccichio della moda, serate in discoteca. Ed è in questo contesto di boom economico che il protagonista muove i suoi passi, e lo fa senza mai guardarsi indietro, perché la sua scuola è stata la strada, e nei viali squallidi e degradati della periferia in cui Santo ha vissuto non c'era spazio per i tentennamenti…

Distante da prodotti quali Gomorra o Suburra, ne Lo Spietato il regista di Paz! (2002) adotta un tono quasi comico, ai confini del fumettistico, che riesce a mantenere per l’intera durata del film, reinventando così in stile simil-tarantiniano un genere in voga nel cinema italiano degli anni ‘70: per l’appunto il poliziottesco. De Maria strizza infatti l’occhio a Milano Calibro 9 di Fernando Di Leo, tratto da un libro di Scerbanenco del 1972, aggiungendo però alla spietatezza di alcune inquadrature un’elevata dose di dialoghi esilaranti: una sorta di Quei bravi ragazzi in perfetto italian style. Come made in Italy è anche la splendida colonna sonora a firma Riccardo Sinigallia ed Emiliano Di Meo, che con brani d’epoca – mai troncati, ma sapientemente sfumati in sincronia con il finale della scena – accompagna lo spettatore alla scoperta di un personaggio abituato a non prendere sul serio nessuno, tantomeno se stesso.

Riccardo Scamarcio veste i complessi abiti di Santo con grande autenticità e disinvoltura, affrontando i difficili switch di registro interpretativo (drammatico-ironico) con impressionante abilità. Ad affiancare l’attore pugliese, oltre ai validi Alessio Praticò e Alessandro Tedeschi sono le brave Sara Serraiocco, moglie apparentemente remissiva di Santo, e Marie-Ange Casta (sorella della più nota Laetitia), sensuale intellettuale amante dello Spietato. Una menzione particolare va tanto agli sceneggiatori Valentina Strada e Federico Gnesini, che insieme a De Maria hanno sviluppato uno script solido ed equilibrato, quanto a Clelio Benevento, artefice di un montaggio strepitoso, e al direttore della fotografia Gian Filippo Corticelli.

Diretto con maestria e dotato di un ritmo travolgente, Lo Spietato, prodotto da Bibi Film e Rai Cinema, sarà sul grande schermo l’8-9-10 aprile come evento speciale, mentre dal 19 verrà trasmesso sulla piattaforma Netflix. In conclusione, o che siate seduti al buio di una sala cinematografica, o comodamente adagiati sul divano di casa… cari spettatori, buona visione!